Un'intesa c'è, ma solo su un punto: un governo poltico o si voti l'8 luglio. È questa la linea condivisa da Matteo Salvini e Luigi Di Maio che si sono incontrati oggi alla Camera dopo le consultazioni al Quirinale.
"Come Lega e personalmente sto provando a dare un governo a questo Paese ascoltando tutti, incontrando tutti cercando di togliere veti e litigi fra tutti", ha detto il leader della Lega dopo il breve colloquio col 5 Stelle, "Se ci riesco ne sono felice e si parte con il lavoro, altrimenti l’unica opzione credibile è tornare al voto per chiedere la fiducia direttamente agli italiani. Governi tecnici alla Monti non sono possibili e per evitare che gli italiani perdano ancora 3-4 mesi di tempo sentendo parlare solo di legge elettorale, penso che la data dell’8 luglio sia quella più netta, più vicina, più efficace per dare finalmente un governo a questo Paese. Noi ci siamo, e fino all’ultima ora mi spendo perchè ci sia un incarico e perchè io possa passare dalle parole ai fatti. Se tutti gli altri rimarranno fermi sui loro no e sulle loro posizioni l’unica via è tornare dagli italiani". Poi in una diretta Facebook Salvini si augura: "Cinque Stelle o Berlusconi nelle prossime ore, magari, faranno un passo indietro e allora avremo un governo...".
Poco dopo è Di Maio a confermare la linea: "Senza un governo politico la possibile data per votare è l'8 luglio". Poi però il leader del Movimento 5 Stelle torna ad attaccare la Lega e tutto il centrodestra: "Salvini ha scelto ancora una volta Berlusconi e di formare un governo dei voltagabbana, della compravendita dei parlamentari", ha detto in una diretta Facebook, "Con la scelta di Salvini c'è il rischio di un governo tecnico e vedremo chi lo voterà, lo dicano apertamente. Lo dica chi non ha voluto un contratto di governo con noi e vuole un altro governo Monti che non conosce i problemi della gente. Deciderà il presidente della Repubblica ma per noi si può andare a votare subito. Da oggi ci mettiamo in campagna elettorale e andiamo a raccontare agli italiani questi due mesi di bugie e di cinismo delle forze politiche e sono sicuro che questa volta gli italiani daranno un segnale forte per farci governare da soli. Adesso siamo dati al 35%, il 40% è a portata di mano".
Con i due c'era anche Giancarlo Giorgetti che poco prima aveva detto che "Di Maio non conta un ca...". "Era una battuta in ascensore", dice Salvini. "L'incontro con Di Maio è stato fatto per confrontarci, come ha chiesto giustamente il Presidente della Repubblica", ha aggiunto poi il capogruppo della Lega alla Camera.
Un retroscena smentito però dal Quirinale,secondo cui "non risponde a verità la circostanza che il presidente Mattarella abbia invitato la Lega e il Movimento 5 Stelle a incontrarsi, né che abbia rivolto inviti di questo genere ad altri partiti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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