La rabbia è la prima reazione. Comprensibile, inevitabile. In fondo, persino una paladina del politically correct come Laura Boldrini dopo l'attentato di Strasburgo, per una volta, va meno per il sottile del solito. «L'attacco ci colpisce tutti - spiega l'ex presidente della Camera - e il terrorismo islamista va sconfitto, non ce la faranno a distruggere i nostri valori di democrazia e libertà». Così è normale immaginare che il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che sul punto coltiva certo meno distinguo della Boldrini, vada giù anche più duro. E infatti il vicepremier da Gerusalemme spiega che è necessario «difendere il territorio e controllare i confini». Ma poi alza il tiro, e dopo una frecciata che sembra diretta a Macron, dopo le polemiche di questa estate sugli sbarchi dei clandestini («Rifletta in Europa chi parla di porte aperte e di porti aperti»), il leader leghista arriva a chiedere «l'arresto immediato anche di chi in queste ore sta esultando online». Antiterrorismo e intelligence, va detto, da sempre monitorano con attenzione le reazioni «social» dopo attacchi come quello di due sere fa a Strasburgo. Ma lo scopo è soprattutto focalizzare le attenzioni su quanti possono imprudentemente scoprirsi, rivelandosi come radicalizzati. Mentre il titolare del Viminale vorrebbe addirittura far identificare dalla polizia postale e poi arrestare «in flagranza» gli imbecilli del web, anzi, «gli infami - come li definisce lui - che festeggiano la morte di qualcun altro».
Sulla stessa falsariga di Salvini, ma su posizioni più ragionate, si attesta anche la leader di Fratelli D'Italia, Giorgia Meloni, che affida a Facebook il suo pensiero. Anche lei sottolinea come «sostenitori dell'Isis stanno inneggiando sul web al terribile e vigliacco attentato di ieri a Strasburgo: 3 uomini uccisi e tanti feriti, tra cui un italiano». Anche lei, come Salvini, propone dunque di «fermare i predicatori di morte», dopo «la rabbia per l'ennesimo attacco al cuore d'Europa». Ma l'appello, tanto all'Europa quanto al «governo e alla maggioranza», punta semmai a introdurre una nuova figura nel codice penale. «Approviamo - scrive la presidente di Fdi - il reato di integralismo islamico». Cordoglio e vicinanza arrivano poi da Luigi Di Maio, che su Twitter sceglie una linea istituzional-didascalica: «Tutti vicini al popolo francese, colpito ancora una volta da un vigliacco attentato terroristico che ha causato morti e feriti». E «vigliacco» è l'aggettivo che sceglie anche Matteo Renzi nel commentare l'attentato francese, contro «la città che custodisce la democrazia europea». «La lotta contro i terroristi e contro l'estremismo islamico - spiega l'ex segretario del Pd - deve continuare, e va combattuta sia sul piano della sicurezza, senza incertezze, che sul piano dell'educazione delle nuove generazioni».
Intanto a Strasburgo, ieri mattina, il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani ha aperto regolarmente la nuova giornata di lavori della plenaria spiegando, dopo il minuto di silenzio per le vittime, che «Noi dobbiamo reagire facendo esattamente il contrario di quello che si aspettano quelli che vogliono colpire la nostra democrazia.
Non dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere. È per questo che il Parlamento europeo continua a lavorare». Un giusto appello, che però non tutti hanno raccolto, tanto che, all'apertura dei lavori, gli eurodeputati presenti erano un centinaio scarso.
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