Salvini incita i sovranisti e lancia l'assalto per cambiare l'Europa. "Sbaglia chi cerca alleanze a sinistra"

"Io qui vedo solo un'onda blu, altro che cantiere nero", parola di Matteo Salvini. Firenze, Fortezza da Basso, i dodici leader europei dei partiti di destra chiamati a raccolta dal segretario della Lega pensano al futuro

Salvini incita i sovranisti e lancia l'assalto per cambiare l'Europa. "Sbaglia chi cerca alleanze a sinistra"
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«Io qui vedo solo un'onda blu, altro che cantiere nero», parola di Matteo Salvini. Firenze, Fortezza da Basso, i dodici leader europei dei partiti di destra chiamati a raccolta dal segretario della Lega pensano al futuro. All'Europa del domani. Un'Europa libera, come recita lo slogan dell'evento «Free Europe!». Un'idea di Europa che, però, non piace molto agli alleati di governo. Né a Giorgia Meloni, leader dei Conservatori Europei né ad Antonio Tajani, vicepresidente del Partito Popolare Europeo che guardano a distanza.

Ed è a loro che si rivolge Salvini, mettendoli difronte ad un bivio, ad una scelta: «Sarebbe un errore fatale dividere il centrodestra in Europa» dice, invitandoli ancora una volta ad unirsi a lui nella battaglia per un Europa dei popoli. «Tra Macron e Le Pen io non ho dubbi, scelgo Le Pen tutta la vita» ha aggiunto Salvini. E a chi ha declinato l'invito come Antonio Tajani, Salvini avverte «sbaglia!» - poi aggiunge - «chi sceglierà la Lega alle Europee sceglie l'alternativa alla sinistra, ai socialisti, ai comunisti» dice ai giornalisti che lo incalzano.

Una dichiarazione che non è piaciuta molto a Forza Italia. «Nel centrodestra ogni partito ha un'identità netta e distinta dagli altri, ma dire che governeremo con chiunque non va bene» ha dichiarato la senatrice azzurra Licia Ronzulli. Niente paura però, il governo non è a rischio. «Con Giorgia Meloni e Antonio Tajani lavoro benissimo, non è in discussione il governo che durerà 5 anni, fino al 2027» ha detto il capitano, tranquillizzando gli alleati e il Paese. Abito scuro, dolcevita nero, l'immancabile spilla di Alberto da Giussano brilla per l'occasione. Matteo Salvini sorride, neanche i centri sociali sono riusciti a rovinargli la giornata, neanche il sindaco di Firenze Dario Nardella che, a Piazzale Michelangelo, poco distante dall'evento firmato Identità e Democrazia, ha riunito uno sparuto gruppo di cittadini armati con le bandiere dell'Unione (insieme a quelle dell'Anpi e dell'Arci) per dire no al meeting dei sovranisti. Per lui solo «bacioni» ha detto Salvini dal palco. Oltre 2.000 partecipanti, un evento curato nei minimi particolari. Braccialetto, sacca blu, borraccia bianca e bandierina di Identità e Democrazia (da sventolare durante gli interventi) è il kit del sovranista. «Noi non siamo l'ultradestra» ci tiene a sottolineare una militante della Lega in fila per ritirare l'accredito. «Sono orgoglioso di aver riunito tutti a Firenze» ha detto Salvini che, nel suo intervento, ha parlato di lavoro, sicurezza e buonsenso per un «rinascimento europeo».

Un discorso equilibrato, un po' meno quello degli ospiti che hanno usato parole forti. Il rumeno George Simion, leader dell'estrema destra di Aur, ha definito l'Europa attuale come «un inferno» guidato da «pazzi e malati come Timmermans e Von der Leyen». Sulla stessa linea Marine Le Pen che, tramite un videomessaggio, ha attaccato la Commissione europea che «agisce contro i nostri popoli e le nostre libertà». C'è chi ha parlato, poi, di un progetto per sostituire il popolo europeo con quello africano come Kostadin Kostadinov, leader di Revival, il partito ultranazionalista bulgaro che, all'orizzonte, vede uno scenario drammatico: «Stiamo invecchiando, morendo in Europa» e «ci fanno rimpiazzare dagli immigrati». Il tedesco Tino Chrupalla, invece, ha invitato gli ucraini alla resa: «L'Ucraina non può vincere questa guerra, dovrebbero fermarla».

Parole che hanno scatenato le opposizioni come Mara

Carfagna che ha chiesto le dimissioni di Salvini. «Identità e democrazia non è una caserma ma un'alleanza» ha detto il leader della Lega circondato da tutti i suoi «ci sono sfumature diverse» ma «è stata una giornata storica».

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