Rolling Stone chiama, i "radical chic" rispondono. L'ha presa così, un po' con filosofia, la copertina della rivista sulla questione migranti. Ormai Salvini deve averci fatto il callo. Prendi Saviano, Oliviero Toscani, i vari Grasso, Boldrini e compagnia bella; mescolali con un po' di chef Rubio, Daria Bignardi, Caparezza e Lo Stato Sociale; infine spolveraci sopra un pizzico di intellettualismo in stile Michele Serra, Linus, Fabio Fazio e Costantino della Gherardesca e vedrai che il risultato è quello di un minestrone di attacchi (quotidiani) al ministro dell'Interno.
Ognuno è libero di criticare chi vuole, per carità. Di crociate anti-Salvini ormai la cronaca è zeppa. L'ultima, appunto, quella della rivista di musica (versione nostrana) i cui autori son certi di vivere in "un’Italia sempre più cattiva, lacerata, incapace di sperare e di avere fiducia negli altri e nel futuro". Insomma un Paese "rabbioso e infelice" (ma dove?). "Ci troviamo costretti a battaglie di retroguardia - scrive Rolling Stone per giustificare la copertina arcobaleno - su temi che consideravamo ormai patrimonio condiviso e indiscutibile". "I sedicenti 'nuovi' sono in realtà antichi e pericolosi .- attacca nell'editoriale Massimo Coppola - cinicamente pronti a sfruttare paure ancestrali e spinte irrazionali. Dobbiamo opporci a chi ci porta indietro, a chi ci costringe a diventare conservatori. Not in my name, non nel mio nome, nel nostro nome. Questo dev’essere chiaro, da subito". Ovvio: e chi non si allinea? "È complice". Così sia.
Della "bile gialla" di cui è accusato di essere il principale spacciatore, Salvini in relatà non se ne preoccupa molto. E a margine di un evento al Viminale liquida per quello che sono le iniziative di Rolling Stone: "Gli appelli non vengono dagli operai, dagli studenti, dai pensionati e da chi vive nelle case popolari - dice -. Qualcuno di questi multimilionari, firmatari di appelli radical chic, spalancasse le porte della propria megavilla e accogliesse a sue spese chi ritiene. Io tiro dritto nel nome della sicurezza, dell'ordine, del controllo dei confini, della chiusura dei porti e all'apertura degli aeroporti per chi scappa davvero dalla guerra".
Per non cadere nella trappola del boicottaggio, in cui - ripetutamente - casca l'eterogeneo arcipelago della sinistra, il ministro dell'Interno giura che "alcuni di questi cantanti e registi mi piacciono e continuerò a seguirli". Certo, certo attacchi sono "strani". Ma forse se ne farà una ragione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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