Salvini media tra Fi-Fdi "Ritornerà l'armonia". Nuovo siluro di Maroni

Il Capitano a caccia di consensi nel ruolo di paciere, ma dal Nord lo attaccano

Salvini media tra Fi-Fdi "Ritornerà l'armonia". Nuovo siluro di Maroni

Per Matteo Salvini è questione di vita o di morte. Politica, si intende. Il segretario del Carroccio in queste ore si gioca la partita più importante per il suo futuro da leader. Non può permettersi errori. Deve rifarsi dopo lo scarso risultato elettorale. Deve assolutamente riaffermare la sua leadership. Lo deve agli elettori, lo deve ai suoi uomini. Lo deve, soprattutto, ai suoi «nemici» che, nella Lega, prosperano. L'unico modo per fermare l'assalto interno è tenere a bada la fronda del «Nord» e ottenere risultati visibili. Quali? Qualche ministero in più. Dunque, nessun passo falso. Ma il risultato dipende anche dagli equilibri interni alla coalizione. Le tensioni tra gli alleati Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni lo preoccupano. Il messaggio è chiaro: bisogna ricucire al più presto. Lo ripete come un mantra Salvini: unità, unità. Lo dichiara alle televisioni: «al Colle saremo uniti» e lo ribadisce sui social. Proprio ieri ha scritto nero su bianco: «Sono sicuro che fra Giorgia e Silvio tornerà quell'armonia che sarà fondamentale per governare, bene e insieme, per i prossimi cinque anni». Si offre come paciere e media. Dagli sherpa filtrano le veline, «Salvini è in continuo contatto con gli alleati». Neanche il fine settimana romano in compagnia della fidanzata riesce a distrarlo. Gli occhi sono puntati sul cellulare che squilla, come le continue notifiche dei messaggi che disturbano la breve fuga d'amore. Ma non è il solo a lavorare per trovare presto un accordo. «La Lega predica armonia per far partire al più presto un governo all'altezza delle aspettative». È il messaggio che arriva da ambienti a lui vicini. E il capitano «auspica che già oggi ci siano nuovi contatti tra Forza Italia e Fratelli d'Italia». Qualcosa si muove. In ballo c'è tanto, molto più di quanto lo stesso Salvini sperava. Il numero dei dicasteri aumenta. Da quattro a cinque, fino a sette. E la vicepresidenza del Consiglio. I più maliziosi parlano di una mossa furba di Giorgia Meloni che alza la posta e offre di più per allontanare il leader della Lega da Forza Italia. Ma c'è chi giura che non basta un ministero per dividere Salvini e Berlusconi. L'amicizia tra i due è solida e Matteo sa di essere stimato dal Presidente di Forza Italia. E la stima è reciproca. Ma lui incassa. Non solo il divisivo Fontana alla Camera e Giorgetti all'economia ma anche le infrastrutture, l'agricoltura, le autonomie, le disabilità e il turismo. Oltre al Viminale dove, però, non andrà Salvini, ma il prefetto Matteo Piantedosi. Un nome valido anche per l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni che non perde tempo per attaccare il segretario. «Al Viminale deve andare un prefetto, non certo lui» - dichiara al Corriere della Sera e aggiunge che sia doveroso un congresso straordinario per eleggere un nuovo segretario. «Deve essere un moderato, competente e con grande passione. Deve stare alla larga da ogni cerchio magico e ascoltare di più i veri militanti». Non disdegna Giorgetti, Zaia e Fedriga. «Hanno dimostrato di essere capaci nella gestione dei problemi al ministero e sul territorio. E poi pensano prima al fare che al comunicare».

Ma nemmeno le immagini di Salvini nel cortile di Montecitorio con Umberto Bossi e Giancarlo Giorgetti hanno fermato le ire dei brianzoli che, proprio ieri, hanno scelto di dire addio alla Lega. «Per il Nord! Riparte la battaglia» è il nome del convegno organizzato a Biassono dall'ex deputato Gianni Fava. Una battaglia contro Matteo Salvini, che deve imporsi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica