"Mi è appena arrivato un altro proiettile, ma io non piango. In un Paese civile non dovremmo rischiare niente, né io né la Segre". Così il segretario della Lega, Matteo Salvini, ospite a Milano dell'Eicma, rispondendo alla domanda di un giornalista sulle minacce subite dalla senatrice a vita Liliana Segre e dalla scorta che le è stata assegnata dalla Prefettura di Milano. Qualcuno aveva parlato di un incontro segreto tra di loro, ma il capo del Carroccio ha smentito: "Non è vero, ma la vedrò più avanti".
Il trentennale del crollo del Muro di Berlino è per Salvini uno spunto da cui partire per intervenire sull'eterna disputa fascismo-antifascismo. "Oggi commemoriamo la caduta del Muro di Berlino e la fine del comunismo. Oggi è una giornata importante perché è la fine di ogni dittatura, fascista o comunista che sia. Chi parla di fascismo e comunismo nel 2019 è un nostalgico", ha detto Salvini, prima di commentare lo striscione esposto da Forza Nuova contro Segre: "Io condanno ogni genere di violenza, rossa o nera che sia".
Sucessivamente, il leader leghista ha "assolto" Forza Nuova, oltre che Casapound, dall'accusa di incostituzionalità: "Se partecipano alle elezioni vuol dire che rispettano la legge e la Costituzione. Sono fuorilegge?", si è chiesto ironicamente Salvini, prima di ribadire ancora una volta la sua solidarietà a Liliana Segre: "Il Viminale quando assegna una scorta lo fa con coscienza. Sono favorevole, se la polizia ha fatto questa scelta vuol dire che era necessaria. È una sconfitta, ogni scorta è una sconfitta, perché c'è qualche cretino che pensa di sostenere le sue idee con la violenza invece che con il pensiero. È chiaro che si deve utilizzare il meno possibile, perché ovviamente ti toglie un pezzo di libertà. E io ne so qualcosa, quindi spero che sia lo stretto necessario".
Infine, sul tema delle infiltrazioni di fascisti nei gruppi ultras delle squadre italiane di calcio, Salvini ha precisato: "Sono estreme minoranze. Ci sono anche gruppi che vanno con la falce e il martello allo stadio, a me fanno tenerezza sia gli uni che gli altri".
Anche Giorgia Meloni difende Liliana Segre
Nelle stesse ore, anche la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni è intervenuta sul caso della scorta a Liliana Segre (clicca qui per approfondire): "Non è in programma una visita con lei, ma l'ho già sentita al telefono qualche giorno fa.
Le ho detto - ha confidato Meloni - che Fdi è assolutamente al suo fianco in tutto quello che si può fare ancora e che va fatto sul tema della lotta all'antisemitismo e soprattutto sul tema del fondamentalismo islamico".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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