Lega-M5S, tensione sulla Tav. E Salvini annuncia la "rivoluzione fiscale"

Salvini dalla festa del Carroccio: "Non si può dire sempre no". Ma Toninelli insiste: "Se non rende è meglio bloccarla"

Lega-M5S, tensione sulla Tav. E Salvini annuncia la "rivoluzione fiscale"

Matteo Salvini annuncia una rivoluzione fiscale. Inizierà in autunno, passata questa estate in cui l'attenzione è stata concentrata sulla questione immigrazione. Ed è proprio il blocco dei porti che il ministro dell'Interno usa come temine di paragone con quello che accadrà sulle tasse tra poco.

Dalla festa della Lega a Cervia, il leader del Carroccio tocca tutti i punti del programma di governo. Dal piano nascite alle tasse, passando per l'immigrazione, la Tav, la Tap, Saviano, Centrodestra e il rapporto ("ottimo") con Luigi Di Maio. "Vogliamo cominciare a smontare pezzo per pezzo la legge Fornero ma nessuno ha la bacchetta magica, ma abbiamo cominciato", dice il vice premier dal palco. "Prossimo obiettivo è cancellare spesometri e redditometri che ti fanno perdere tempo invece di stare dietro ai clienti: qui c'è uno stato di polizia che vuole controllare tutto, io voglio avere fiducia negli italiani". E sull'articolo 18 aggiunge "era solo un vincolo per dare lavoro agli avvocati e ai sindacati". L'obiettivo? "Fare in piccolo quello che ha fatto Trump negli Stati Uniti, naturalmente non lo facciamo in sei mesi".

Ed è proprio sulla manovra che ieri si è tenuto un vertice di governo. Il grillino ha precisato che flat tax e reddito di cittadinanza, oltre all'addio alla Fornero, restanmo degli obiettivi raggiungibili nonostante le frenate del ministro Tria. "Non c'è bisogno di nessuno strappo con l'Unione europea ma di un dialogo decisivo e sincero per riuscire ad ottenere delle cose, ha detto Di Maio. "Il nostro obiettivo è farle insieme nella legge di bilancio e porteremo avanti tutte le politiche di dialogo sia con l'Unione europea sia tutte le politiche di spending review e di riorganizzazione della spesa pubblica". Repinta, invece, l'ipotesi di un aumento selettivo dell'Iva per coprire le spese per riduzione delle tasse e assegno ai più poveri.

Sulla sicurezza il leader della Lega ribadisce la sua posizione al fianco delle forze dell'ordine. "Noi stiamo con le guardie e non i coi ladri- dice - la sperimentazione con i taser l'abbiamo fatta noi, e poi anche per la legittima difesa, penso sia sacrosanto che ognuno debba difendere la propria vita e quella dei propri figli". E su questo ribadisce quanto già detto in passato: "Non sarà una battaglia facile - ripete Salvini - sono disponibile a fermare anche i barconi con cibo di pessima qualità che arriva dall'altra parte del mondo sulle nostre tavole".

Non manca un riferimento al centrodestra. "Sì, continuo ritenere che il futuro di questo Paese sia di centrodestra - dice - Non ho capito perchè Forza Italia ha votato contro un segnale di equità e di giustizia come tagliare i vitalizi di gente che ha fatto i parlamentari per anni, è una roba di centrodestra. Adessso sulla Rai abbiamo proposto per la presidenza un giornalista libero che sta ancora lavorando per un giornale di Berlusconi e Berlusconi ha detto no. Non l'ho capito, poi io vado oltre, sono orgoglioso di come stiamo governando in tante regioni. Non sono io che cambio, che esco e che tradisco. Ma una volta, due, tre, quattro va bene, ma la quarta volta che Berlusconi vota con Renzi e il Partito democratico mi girano le balle, se preferisce Renzi lo dica".

Ai suoi sostenitori il vicepremier chiede un "atto politico" importante. "Mangiare italiano, bere italiano, aiuta questo Paese", spiega il ministro facendo riferimento al fatto che una nota catena di supermercati attiva in Italia è in mani francesi. Il leghista arrivando a Cervia aveva lodato i ragazzi volontari che hanno aiutato per la realizzazione della kermesse perché "noi non abbiamo bisogno dei richiedenti asilo come fa il Pd ma solo di ragazzi italiani". Partito Democratico che, per il leghista, "non governerà per 30 anni".

Nel suo discorso il ministro parla anche di grandi opere. Con il M5S c'è grande sintonia, dice, ma "su alcune cose dovremo trovare un accordo: e l'Italia, secondo me, ha bisogno di molte infrastrutture, soprattutto al Sud. Penso alla Puglia, alla Tap. Se arriva alla fine quel gasdotto, l'energia costerà il 10% in meno". E anche sulla Tav il ministro è propenso a completare l'opera perché "non si può dire sempre no". "Mi pare che si parli di penali per 2 o 3 miliardi - spiega il vicepremier - Noi ragioneremo su ogni centesimo, è giusto. Ma ovviamente preferirei che quella cifra fosse spesa per gli italiani e non per le penali. Come approccio, preferisco sempre il costruire allo smontare".

Dal M5S arrivano però considerazioni se non opposte, almeno distanti. Proprio oggi Di Battista era tornato ad attaccare la Tav e Di Maio, in serata, ha ribadito i suoi dubbi sull'utilità dell'opera. E al Corriere, poco dopo le dichiarazioni di Salvini, è arrivato un nuovo stop anche da Danilo Toninelli. "Proprio Salvini - dice il ministro delle Infrastrutture - conferma che serve un’analisi costi-benefici di questa opera. Ma al di là della posizione personale di Salvini, la domanda a cui dare risposta resta se la Tav è un’opera redditizia o meno. Tutte le stime e le previsioni, per esempio, si fondano su valori dei flussi di merci e di persone che definirei farlocchi, poiché diminuiscono anziché aumentare. Serve, quindi, un’analisi attualizzata per una valutazione più approfondita".

La bilancia grillina, dunque, pende più verso il "no" alla Tav: "Se per ripagare l’opera servono più di 50-60 anni, finendo con il mettere le mani nelle tasche degli italiani per finanziarla, è meglio bloccarla", conclude Toninelli.

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