Roma A distanza di soli due mesi una nuova tragedia della povertà nella Piana di Gioia Tauro. Un senegalese, Moussa Ba, di 29 anni, è morto nell'incendio divampato la scorsa notte nella baraccopoli di San Ferdinando dove ogni anno accorrono migliaia di migranti. Il corpo del migrante è stato ritrovato carbonizzato. Il giovane era uno dei tanti africani impegnati quotidianamente nella raccolta degli ortaggi nella piana e che trascorrono la notte nella distesa di baracche.
A questo punto si ripropone la questione della tendopoli e del suo smantellamento. «Sgombereremo la baraccopoli di San Ferdinando» dice Matteo Salvini. «L'avevamo promesso e lo faremo, anche perché illegalità e degrado provocano tragedie come quella di poche ore fa. Per gli extracomunitari di San Ferdinando con protezione internazionale, avevamo messo a disposizione 133 posti nei progetti Sprar. Hanno aderito solo in otto (otto!)». Una risposta che non è piaciuta alla Cgil. «Il problema non si risolve con la solita ricetta persecutoria: sgomberare il campo di San Ferdinando, senza preoccuparsi di dove saranno collocati i suoi occupanti» dice il segretario nazionale della Cgil, Giuseppe Massafra. Una posizione non distante da quella della Ugl. Per Ornella Cuzzupi, segretario generale dell'Ugl Calabria «Non è più il tempo delle chiacchiere e dei tavoli di discussione, bisogna passare alla fase degli interventi concreti. Salvini ha nuovamente promesso lo sgombero della tendopoli, ma insieme allo sgombero serve un piano preciso per la collocazione, in condizioni di dignità, dei migranti che chiedono di poter lavorare per potere vivere in maniera dignitosa. Occorre anche smantellare la rete dei caporali che continua a sfruttare il lavoro dei migranti per la raccolta degli agrumi con la compiacenza di tantissime parti della nostra società».
Per i Cinquestelle è il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano a prendere posizione chiedendo, nel corso del programma di Maria Latella su SkyTg24 di «ripristinare la legalità sul territorio nazionale. Per troppi anni si è finto che non ci fosse un problema della gestione criminale del problema migratorio. Chiunque entra nel nostro territorio deve viverci a norma di legge». Stefano Fassina, deputato di Liberi e Uguali attacca: «A San Ferdinando, un'altra vittima di sfruttamento di lavoro, di indifferenza, di paura. Un'area di degrado nota e tollerata per dare schiavi alla filiera agricola nazionale. Lo sceriffo d'Italia al Ministero dell'Interno annuncia l'ennesimo sgombero: è facile, effetto mediatico assicurato. Soprattutto, non disturba gli interessi più forti: i disperati, dispersi nel territorio, potranno continuare a essere sfruttati». E Nicola Fratoianni aggiunge: «Quei ragazzi non vivono nelle baraccopoli perché è bello, ma perché diversamente non lavorerebbero.
Se rifiutassero quel sistema i padroni non li chiamerebbero più nei campi. È chiaro?. Lo Stato deve intervenire in maniera forte e chiara e interrompere l'intermediazione illecita di lavoro, sostituendosi a chi la fa in maniera fraudolenta».
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