Salvini punta su Vannacci in tutta Italia

Il leader leghista: "È l'uomo giusto, noi la coppia luciferina per la sinistra. Sorprese al voto"

Salvini punta su Vannacci in tutta Italia
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Il capitano e il generale. Da una parte, impettito, scravattato, quasi appiccicato al manifesto, ecco Matteo Salvini. «Più a destra di così non si può», ride. Dall'altra, azzimato in blu, sugli attenti, c'è Roberto Vannacci. A sinistra? No, non sia mai, quella parola non si pronuncia nemmeno. «Vai dal lato opposto rispetto alla destra», dice il capitano e il generale obbedisce. «Mi piace aver arruolato un soldato per parlare di pace. Sarà uno dei temi centrali del dibattito e non consentiremo che un solo militare italiano vada a combattere fuori dei confini Ue».

Flash, stretta di mano a favore di telecamera, il libro «Controvento, l'Italia che non si arrende» a fare da sfondo, le dichiarazioni forti di Vannacci, le polemiche una volta tanto benvenute perché forse, chissà, porteranno voti: il leader della Lega cala il suo asso, infatti il Carroccio lo schiera in tutte le circoscrizioni e capolista al centro e anche al sud. «Siamo la coppia luciferina per la sinistra. Gli italiani ci daranno una grande sorpresa». C'è folla al tempio di Adriano, nel cuore della Roma dei palazzi, per la prima uscita pubblica insieme dopo l'annuncio della candidatura. Una scelta che ha infiammato il dibattito e provocato malesseri pure a destra, mancano i capigruppo leghisti, ma Salvini, che vuole smuovere le acque, è contento. «Roberto è l'uomo giusto per cambiare verso. Oggi dire più Europa e come dire a un diabetico mangiamo pane e marmellata».

Poi certo ci sono sempre i «problemi quotidiani» da non trascurare. La casa ad esempio. E il ministro delle Infrastrutture annuncia una proposta per un mini condono edilizio. «Porterò in Cdm entro il mese di maggio un provvedimento per regolarizzare tutte le piccole irregolarità interne che ci sono dentro le mura domestiche». O l'auto. «Dobbiamo difenderla dagli interessi economici del partito comunista cinese». Intanto le elezioni si avvicinano. Per la Lega i sondaggi non sembrano incoraggianti. «Il voto - spiega Salvini esorcizzando così le previsioni - non avrà alcuna influenza sul governo italiano, che durerà per tutti i cinque anni di legislatura. Non c'entra niente con rimpasto, presidenti di commissioni, nomine negli enti». Un centrodestra unito in Italia ma in Europa «su posizioni diverse, spero solo che nessuno dica preferisco Macron alla Le Pen».

Quando tocca a lui, Vannacci ci tiene subito a precisare di essere «un candidato indipendente», anche se «i nostri programmi sono sovrapponibili». Soprattutto sull'Europa, dice, «che ci sta offrendo un mondo al contrario», perché non occorre più integrazione, semmai più rispetto per le identità nazionali. E il generale boccia pure l'idea di una politica estera e di difesa comune. «Un esercito europeo avrebbe tantissime problematiche. Chi comanda? Chi decide? Non è la soluzione migliore. Gli eserciti servono per la minaccia e per l'uso della forza e non si può inquinare la difesa nazionale a beneficio di quella comunitaria».

No anche alla società multiculturale. «Non possiamo accettare una Ue paccottiglia dove tutti vengono inclusi e nessuno si sente appartenente. Viene meno l'idea stessa della nazione sovrana, si scontra con il concetto di patria, dove tutti si stringono attorno agli stessi principi». Torniamo perciò alle radici, insiste. «I crocefissi fanno parte della nostra vita, come le chiese e le campane la domenica mattina». Un segnale «identitario dell'Europa» a cui non si può rinunciare.

Quanto ai flussi, il generale propone il modello australiano. Quasi due ore dopo si finisce. Vannacci esce di lato senza trattenersi con lo stato maggiore della Lega. Salvini firma copie dell'autobiografia. «Roberto, ti telefono dopo».

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