Salvini evoca "l'Italexit": "Se l'Ue non cambia facciamo come gli inglesi"

Dopo la "svolta moderata" promessa dal nuovo responsabile esteri della Lega Giancarlo Giorgetti in un'intervista al Corriere della Sera, oggi Salvini alza i toni: "L'Ue? Una gabbia, se non cambia facciamo come gli inglesi"

Salvini evoca "l'Italexit": "Se l'Ue non cambia facciamo come gli inglesi"

La nuova stoccata all’Europa di Matteo Salvini arriva il giorno dopo la pubblicazione dell’intervista di Giancarlo Giorgetti sul Corriere della Sera, in cui l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, da poco nominato responsabile dei rapporti internazionali della Lega, aveva chiarito come un’eventuale uscita dall’euro e dall’Europa non fosse in discussione.

"Se dico che non usciamo, non usciamo, punto", aveva tagliato corto Giorgetti, pur rivendicando il fatto di non essere più "i soli a dire che molto deve cambiare". I toni usati oggi dal leader leghista durante una diretta Facebook, però sono più netti: "O l'Europa cambia o non ha più senso di esistere". "Gli inglesi hanno dato dimostrazione che volere è potere: o si sta dentro, cambiando le regole e aiutando i nostri lavoratori, imprese, agricoltori, pescatori, oppure come ha detto un pescatore che ho incontrato a Bagnara, in Calabria, ragazzi: allora facciamo gli inglesi", è il messaggio di Salvini.

"O le regole cambiano o è inutile stare in una gabbia dove ti strangolano", ha aggiunto il leader leghista. Insomma, la Lega punta ad un programma più realistico, da forza di governo, che permetta al partito di uscire dall’isolamento a Bruxelles, ma non rinnega le sue battaglie storiche, pronta a risfoderarle al momento opportuno.

Mettere da parte l’euroscetticismo spianerebbe la strada ad un accordo con il gruppo dei conservatori europei, se non con il partito popolare, che per ora, però, sembra orientato chiudere le porte ai leghisti, con il nein dei tedeschi, capitanati dall’ex ministro delle Finanze, Wolfang Schauble.

In quest’ottica devono leggersi le parole pronunciate sull’Ue e sull’euro da Giorgietti, che non esclude la possibilità di abbandonare i nazionalisti francesi di Marine Le Pen e l’ultradestra tedesca dell’AfD per raggiungere gli alleati di Fratelli d’Italia nel gruppo dei conservatori. "Per me si può fare anche domani – ha detto l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio al Corriere - nessun matrimonio è indissolubile". "Voglio che l'Europa ci conosca per quello che siamo e non per le etichette che ci affibbiano", aveva aggiunto.

Oltre che per l’accreditamento all'interno delle istituzioni europee la strategia per spezzare l’isolamento internazionale del partito di Matteo Salvini passa per il dialogo strategico con la Germania – allo studio sembra ci sia un accordo tra i governatori delle regioni del Nord e la Csu bavarese - e l’organizzazione di un tour del leader leghista negli Stati Uniti. La volontà di riformare l’Ue, però, non sembra essere in discussione e viene ribadita dal leader leghista. Ma quali sono i limiti oltre i quali la Lega intende spingersi non è ancora chiaro.

Per Salvini però non c'è alcuna differenza tra le sue parole e quelle di Giorgetti: "Continuiamo a dire testardamente da anni le stesse cose: lavoriamo per cambiare l'Europa da dentro, per cambiare le regole europee sull'immigrazione, le tasse, il commercio e l'agricoltura. O l'Europa cambia o non ha più senso". "Stiamo lavorando per cambiare le regole da dentro e uno ti dice no e ti prende a pernacchie, poi il popolo fa le sue scelte", ha ribadito il leader della Lega da piazza San Babila a Milano.

La vera

priorità, in questo momento, rilancia Salvini, non è l'Italexit ma il "Conte-exit". "È questa la vera emergenza per il Paese", ha detto ai giornalisti che gli hanno chiesto se pensasse o meno ad un'uscita dell'Italia dall'Ue.

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