Salvini zittisce la capitana della Sea Watch: "Mi querela? Non vedo l'ora di incontrarla in tribunale"

Matteo Salvini aspetta Carola Rackete in tribunale, dopo che lei ha minacciato di querelarlo per diffamazione

Salvini zittisce la capitana della Sea Watch: "Mi querela? Non vedo l'ora di incontrarla in tribunale"

Dopo aver forzato il blocco e dopo aver attraccato a Lampedusa con Sea Watch 3 (quasi investendo una motovedetta della Guardia di Finanza), Carola Rackete vuole querelare per diffamazione Matteo Salvini. La capitana - così ormai la conoscono tutti - non chiede scusa, ma va avanti. "Abbiamo già preparato la querela nei confronti del ministro Salvini", ha detto il suo avvocato Alessandro Gamberini. Il legale, quindi, ha annunciato di star raccogliendo "tutti gli insulti" e "le forme di istigazioni a delinquere" pronunciate dal vicepremier e dai "leoni da tastiera abituati all'insulto".

E come risponde Matteo Salvini? Semplice: la aspetta in tribunale. "Non vedo l'ora di incontrarla in tribunale, di guardare in faccia una che ha provato a uccidere dei militari italiani - ha detto il vicepremier leghista al villaggio della Coldiretti a Milano -. Qui ci sono i giudici che decidono della vita e della morte di tutti, fosse per me sarebbe già a Berlino".

Carola Rackete, infatti, dopo la scarcerazione per decisione del gip di Agrigento, si trova ancora in Italia perché deve rimanere a disposizione dei magistrati che l'hanno indagata per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. E su questo Salvini è stato piuttosto chiaro: "Sentenza vergognosa che fa male all'Italia, la scarcerazione mi ha provocato tanta rabbia". E se queste sono state le sue parole subito dopo la sentenza, oggi aggiunge: "Per quanto mi riguarda questo pomeriggio (Carola Rackete, ndr) potrebbe essere a prendere il sole a Portofino o a Ostuni, non mi sembra normale ma i giudici decidono e ne prendiamo atto".

E mentre altre navi delle ong si avvicinano ai nostri porti - forti di quello che ha combinato la Rackete - e sfidano il governo gialloverde, il leader del Carroccio non ha alcuna intenzione di cedere.

Anzi: ora vuole ridiscutere il trattato di Dublino. "Non mi sembra che la maggioranza dei Paesi europei sia intenzionato a farlo e quindi ci stiamo attrezzarlo per ridiscuterla sostanzialmente da soli. Stiamo ragionando per superare delle regole che non funzionano".

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