Sono almeno 17 le vittime dei gravi disordini che hanno funestato le elezioni politiche nel Bangladesh. La premier uscente Sheikh Hasina, leader della coalizione Lega popolare, può cantare vittoria, una vittoria che i primi dati annunciano come schiacciante, ma il prezzo è pesante. E non solo per il sangue che è scorso nelle strade, ma anche perché l'opposizione alza la voce, parla di farsa elettorale e pretende che i risultati siano annullati.
«Esortiamo la Commissione elettorale a cancellare immediatamente questi risultati», ha affermato Kamal Hossain, il «padre» della Costituzione del Bangladesh, che a 82 anni è una delle colonne dell'opposizione. «Chiediamo che le nuove elezioni si tengano il prima possibile, affidate a un governo neutrale», ha aggiunto.
A capo del governo per dieci anni, Sheikh Hasina, 71 anni, figlia di Sheikh Mujibur Rahman, il primo presidente del Bangladesh negli anni Settanta, si avvia a stabilire il record del quarto mandato. Deve la sua popolarità alla sostenuta crescita economica degli ultimi anni (con un Pil in aumento di oltre il 6%) ma per i suoi detrattori è un'autoritaria che ha imprigionato la sua principale rivale, Khaleda Zia, icona del dissenso represso con arresti di massa, sparizioni forzate e leggi draconiane per imbavagliare la stampa. Khaleda Zia, leader del partito Bnp, sconta una pena di 17 anni di carcere per corruzione.
Anche se l'opposizione grida ai brogli, i risultati sono inequivocabili.
L'emittente locale Channel 24 ha annunciato che l'Awami League ha superato con facilità la soglia di 151 seggi necessaria per formare un governo di maggioranza: quasi a mezzanotte, il partito e gli alleati erano a 191 seggi, mentre l'opposizione ne aveva ottenuti appena cinque. I risultati ufficiali dovrebbero essere annunciati entro questa mattina.
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