Al momento per gli investigatori della squadra mobile, guidati dal dirigente Marco Calì, si tratta di un reato (se reato c'è stato) non classificabile. Una ragazza statunitense in viaggio turistico in Toscana e giunta a Milano con delle amiche per trascorrervi il fine settimana, ieri all'alba è stata soccorsa all'interno di una discoteca della zona della movida milanese per antonomasia, Corso Como. Intorno alle 4 un'ambulanza è arrivata al «Tocqueville 13» dove, un addetto alla sicurezza del locale aveva avvertito i soccorsi dopo aver sorretto la giovane che, con l'abito insanguinato all'altezza del basso ventre, si era sentita male nei bagni. La ragazza aveva bevuto così tanto da non ricordare nulla e continuava a piangere. Le sue amiche erano nella sua stesse condizioni. Così, per fugare ogni dubbio, all'arrivo dell'ambulanza sul posto sono giunte anche due pattuglie della polizia e per la giovane sono scattati tutti gli accertamenti a cui di prassi si ricorre nei casi di stupro.
«Stiamo recuperando le immagini delle telecamere dentro e fuori dal locale per tentare di ricostruire quanto è accaduto - ha spiegato ieri pomeriggio la polizia -. Al Servizio violenze sessuali e domestiche della clinica Mangiagalli, dove la ragazza è stata portata immediatamente per verificare l'eventualità che avesse subito abusi, non riescono a capire cosa le sia accaduto esattamente. Lei del resto, in queste ore, sta dormendo, reduce da una sonora sbornia e per questo non siamo ancora riusciti a sentirla. Non si capisce quindi se sia stata violentata, o se sia semplicemente caduta, se le sia caduto addosso qualcosa o si sia scontrata con qualcuno sanguinante... Quando sono state soccorse lei e le sue amiche erano talmente ubriache da non essere in grado nemmeno di parlare. E non ricordavano nulla. Vedremo quando recupereranno lucidità».
Per adesso, da una iniziale e parziale, analisi dei filmati interni della discoteca non sarebbero però emersi indizi utili a confermare la violenza. Tuttavia le indagini vanno avanti.
Negli ultimi tempi a Milano si sono verificati una serie di stupri in un lasso di tempo molto circoscritto. Due giorni dopo il caso della turista violentata da un marocchino 27enne in un ascensore della stazione Centrale all'alba del 27 aprile (l'uomo era stato subito catturato), la notte del 29, sempre in Centrale, una 57enne senza tetto, adescata da un altro marocchino, stavolta di 33 anni (anche lui poi finito in manette), era stata poi violentata in una tenda in piazza Carbonari, dove l'uomo le aveva offerto ospitalità per la notte in vista del peggioramento delle condizioni meteo. Il 5 aprile era toccata a una studentessa 21enne salita a Milano a bordo di un treno regionale diretto a Treviglio (Bg) e violentata da un ex pizzaiolo egiziano di 36 anni. Anche lui venne identificato e arrestato.
Proprio come il marocchino 37enne responsabile dello stupro a una 24enne «agganciata» con una scusa (la ragazza era alticcia e preoccupata perché le avevano rubato il cellulare) sempre fuori da un locale di Corso Como nella notte tra il 31 marzo e il primo aprile.
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