“La Sardegna mai come oggi è terra di approdo di migliaia di migranti e gli amministratori delle piccole comunità si sentono abbandonati. Pigliaru ha favorito un'accoglienza disorganizzata in una Regione come la Sardegna dove le persone non sanno mai come mettere insieme il pranzo con la cena. Se, qui, il No ha prevalso in modo così netta è soprattutto per questo”. Alessandra Zedda, consigliera regionale della Sardegna, nel corso di un colloquio telefonico con ilgiornale.it, attacca l’attuale presidente della Regione, Francesco Pigliaru per il suo malgoverno e per aver sottovalutato l'emergenza migranti.
I dati dell'invasione dei migranti in Sardegna
Due giorni fa sono sbarcati al porto di Cagliari ben 854 profughiprovenienti dall'Africa Subsahariana, di 771 uomini e 45 donne. Di queste ultime ben 6 sono morte schiacciate, 3 sono arrivate in dolce attesa e una di loro aveva subito percosse. Un'altra ancora è finita in ospedale per ferite e assistenza psicologica. Al pronto soccorso è stato trovato anche un profugo con ferite da arma da fuoco.
Il presidente Pigliaru ha subito commentato: "La Sardegna, che ha sempre risposto prontamente agli sbarchi attraverso un sistema di accoglienza in porto riconosciuto a livello europeo come uno dei migliori in Italia, è impegnata per accogliere il 2,96% della quota nazionale, percentuale che a seconda delle emergenze più conoscere, come già accaduto, anche numeri inferiori”. Il governatore, già nei mesi scorsi, aveva inviato una lettera all'ex ministro degli Interni, Angelino Alfano, chiedendo il rispetto della quota assegnata alla Sardegna. Secondo i dati forniti ai primi di ottobre dalla Regione, dal 20 giugno 2014, data di avvio del Piano nazionale di distribuzione dei migranti, in Sardegna ne sono arrivati 14.803, 13.687 trasferiti da altre Regioni e 1.116 arrivati direttamente, pari al 3,24% dei 457.032 sbarcati in Italia: sforata quindi la quota stabilita per l'Isola, il 2,96%. Nei primi otto mesi del 2016, invece, sono stati circa 6mila i migranti sbarcati in Sardegna e di questi ben 1200 erano minori non accompagnati. Numeri impressionanti che descrivono una situazione quantomai ingestibile e che hanno pesato sonoramente al momento del voto sul referendum costituzionale del 4 dicembre scorso. La Sardegna è stata la Regione dove il No, con il 72,2%, ha raggiunto il suo picco massimo nonostante il presidente Pigliaru si fosse impegnato politicamente per la vittoria del Sì.
Gli attentati contro i centri d'accoglienza
I sardi, con il loro voto, hanno voluto dare un segnale anche al governo regionale guidato dal Pd. Sono state troppo tardive e poco incisive le proteste di Pigliaru contro l'arrivo di una nave spagnola che trasportava 1258 migranti, i quali passarono alcuni notti dentro l'imbarcazione prima di essere identificati. Da allora la situazione nell'Isola non ha fatto altro che peggiorare e i sardi hanno iniziato a rivoltarsi contro questa invasione. L' 11 ottobre scorso l'ex caserma di Monastir, in provincia di Cagliari, ha subìto un attentato incendiario dopo che le proteste dei giorni precedenti non erano bastate a far tornare sui suoi passi Giuliana Perrotta, la prefetta di Cagliari che aveva deciso di adibire quell'immobile a centro d'accoglienza, nonostante la contrarietà dei sindacati di polizia e della sindaca del paese Luisa Murru. La prefetta, a un mese esatto da questo attentato, ha ricevuto una lettera minatoria con dentro due proiettili e la promessa di far saltare definitivamente in aria la caserma. Al momento, però, pare che i lavori di riconversione dell'edificio stiano proseguendo anche se la prefetta, nell'ultimo incontro col sindaco di Monastir, ha spiegato che quel centro sarà attivato “solo in caso di temporanea indisponibilità di posti presso le altre strutture prefettizie”.
Anche a Buddusò, nella provincia di Sassari, la reazione della popolazione si è fatta sentire con un ordigno che ha distrutto un agriturismo che, secondo la volontà della prefettura, avrebbe dovuto accogliere dei profughi. Dove, invece, la situazione sembra essersi tranquillizzata è a Villacidro, in provincia di Cagliari, dove a metà ottobre la neosindaca Marta Cabriolu si era fatta portavoce del malcontento dei cittadini che erano preoccupati per l'apertura dell'ennesimo ex hotel (non a norma) trasformato in centro d'accoglienza. “Al momento, a Villacidro ospitiamo circa 90 migranti in 5 strutture private diverse ma io non ho più ricevuto segnalazioni”, spiega al giornale.it il primo cittadino che precisa: “Il Comune di Villacidro è costretto a subire questa situazione ma non abbiamo strutture da mettere a disposizione. Se le avessimo (ma non le abbiamo) le darei ai miei cittadini, non ai migranti”.
Accoglienza al collasso a Cagliari
Ed è proprio questo il nodo principale della questione. “Con l'aumento della disoccupazione, - spiega al giornale.it Daniele Caruso, coordinatore regionale di Noi con Salvini- gli immigrati sono visti come una fonte di concorrenza, soprattutto nelle campagne dove i sardi sono spesso sostituiti da braccianti agricoli africani pagati la metà”. Ma non è tutto. “A novembre la Confesercenti di Cagliari ha organizzato un corso per attribuire ai richiedenti asilo la qualifica di pizzaiolo o barman, con la finalità dell'inserimento nel mondo del lavoro dei partecipanti, come se non fossero sufficienti tutti i professionisti locali, qualificati e con esperienza, senza lavoro”, racconta Caruso che in estate è stato picchiato dagli antagonisti dei centri sociali di Cagliari che gli hanno rotto il timpano dell’orecchio sinistro.
La situazione più incandescente dal punto di vista della sicurezza si registra proprio a Cagliari, dove le risse sono all'ordine del giorno e qualche settimana fa sulla spiaggia del Poetto è stato ritrovato il cadavere senza testa e senza arti di un migrante che si trovava in acqua da circa due mesi. Nelle scorse settimane, poi, sono stati arrestati 13 algerini che erano arrivati con dei barconi nel Sulcis, nel quartiere della Marina che avrebbero commesso furti e violenze sessuali. In un caso, tre algerini avevano derubato un negozio con un bottino da 50mila euro, valore del materiale informatico e in tasca avevano 500 e 800 euro, mentre altri due giovani hanno palpeggiato una dipendente di un bar della Marina che stava lavando una vetrata. Mercoledì scorso, invece, trenta migranti algerini sono entrati in un supermercato Lidl, hanno consumato alcuni prodotti alimentari senza pagarli e alcuni di loro non si sono fermati nemmeno all'arrivo della polizia.
Casi di microcriminalità come questo, racconta al giornale.it Stefano Schirru, capogruppo di Forza Italia al Comune di Cagliari, sono frequenti.“Da poco - spiega Schirru - un uomo ha aggredito una donna perché si era rifiutata di darle l’elemosina. Piazza Matteotti è stata liberata dopo che il mio gruppo consiliare aveva chiesto lo sgombero dell’area, perché questi migranti l’avevano ridotta un letamaio. Solo dopo parecchi mesi la prefettura e la questura sono intervenuti e, ora, gli extracomunitari, anche se non ci dormono più, presidiano ancora la piazza durante il giorno”.
A spaventare i residenti del capoluogo sardo c'è anche la conferma del governatore Pigliaru dell'arrivo del finanziamento (si parla di 2 milioni di euro), giunto dal Viminale, per la creazione "di una struttura mobile da posizionare nel Porto di Cagliari ma che potrà anche essere dislocata all'occorrenza in altri punti di sbarco". A mettersi di traverso è il sindaco di Cagliari Zedda che in consiglio comunale ha precisato che la nuova struttura non sarà un hub, come si era detto inizialmente."Non avremo un hub a Cagliari, almeno finché non ci sarà un incentivo economico e una distribuzione su tutto il territorio nazionale: un conto è farli in tutta Italia, un altro è fare da apripista e diventare punto di riferimento", ha chiarito. "Sarà un centro di accoglienza per singoli sbarchi. L'hub è un'altra cosa, un punto di governo di diversi sbarchi dove si gestisce anche la distribuzione successiva in base alle quote sul territorio", ha concluso Zedda. L'opposizione di centrodesta, però, rimane scettica e, per bocca dell'ex presidente Ugo Cappellacci, attacca Pigliaru.
Le sue dichiarazoni sono"fuori dalla realtà: da un lato invoca il rispetto di fantomatiche quote, che sono già saltate, dall'altro si genuflette al governo e porta avanti il progetto folle del centro nel porto di Cagliari. Anziché promuovere la vocazione turistica della porta di Cagliari sul mare Pigliaru ci riporta all'epoca delle barriere e delle cancellate tra la città e il suo mare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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