Si contendono la piazza di Bibbiano con la Lega, vogliono incontrare Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Oramai scrivono anche disegni di legge: «Serve un Daspo per cacciare dai social chi fomenta odio e violenza». A una settimana dal voto in Emilia-Romagna, le sardine tornano a domani Bologna per una manifestazione che annunciano epocale («Prevediamo trentamila persone»). È probabile che supereranno i trentamila e non perché protesteranno contro i decreti sicurezza, ma perché balleranno tutta la giornata. Le sardine e il loro leader, Mattia Santori, hanno infatti presentato l'evento come Amadeus ha presentato il suo prossimo Sanremo e anticipato appunto la scaletta: Afterhours, Subsonica, Skiantos, Modena City Ramblers, Pif, con la partecipazione straordinaria di Fabrizio Barca e Sandro Ruotolo (che la sinistra vorrebbe candidare alle suppletive del Senato in Campania). Hanno naturalmente rimandato, al dopo elezioni, qualsiasi annuncio sul futuro, ma non negano più che diventeranno partito («Decideremo dopo l'otto marzo») e nelle more cominciano a maneggiare le carte intestate. La novità è che stanno approfondendo i temi legati al populismo digitale al punto da preparare delle bozze di legge per «associare a ogni profilo social un'identificazione e introdurre un Daspo per chi vìola le regole della convivenza civile». L'idea è quella di applicare la misura per combattere gli ultras degli stadi traslandolo sui social. Non specificato cosa sia odio, chi dovrebbe punire chi e cosa. Su questi temi, le sardine chiedono di avere un confronto con il governo. E qui, vale raccontare il sottile avvicinamento non di Giuseppe Conte alle sardine, ma delle sardine a Giuseppe Conte.
In un retroscena, dell'Espresso, è stata diffusa l'indiscrezione che lo staff di Palazzo Chigi abbia bussato alla porta delle sardine per programmare un appuntamento che Conte, in verità, non ha mai chiesto, ma che naturalmente non rifiuta. Pur guardandole da sempre con interesse, Conte, anche ieri, avrebbe detto: «Sono pronto a incontrarli, ma come in passato ho incontrato i giovani di Fratelli D'Italia. Non ho mai detto no a nessuno ma, come è giusto che sia, lo devono chiedere loro». La richiesta non è partita da Conte, ma al contrario gli è arrivata come si poteva capire dalle frasi che ha pronunciato Santori: «Credo che siamo sempre più vicini al momento in cui sarebbe bello potersi finalmente incontrare».
Chi vuole consegnare alle sardine le chiavi di casa è invece Nicola Zingaretti: «Io dico grazie per l'aiuto che state dando alla democrazia italiana», dove l'aiuto è quello che Zingaretti crede stiano dando a lui e a Bonaccini. E infatti, non il Pd, ma le sardine hanno ingaggiato con la Lega una battaglia per potere manifestare in piazza a Bibbiano il 23 gennaio.
Entrambi hanno fatto richiesta e Santori è disposto a rinunciarci, ma solo a patto che ci rinunci anche la Lega: «Non siamo noi un pericolo di sciacallaggio. Noi siamo l'anticorpo». Così ha detto sempre Santori parlando di Bibbiano, piccolo paese conteso da ogni tipo di untore che si spaccia per medico.
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