Le epurazioni delle Sardine: contesta Santori e viene espulso

Aveva criticato Mattia Santori dopo l'incontro con i ministri Boccia e Provenzano: il portavoce delle sardine lucane Vincenzo Petrone espulso con un voto su WhatsApp

Le epurazioni delle Sardine: contesta Santori e viene espulso

Mattia Santori, il leader delle Sardine, attacca il Movimento 5 Stelle sulla decisione di scendere in piazza contro i vitalizi ai parlamentari. "Piuttosto pensino ai decreti sicurezza", scandisce il capo dei pesciolini anti-leghisti parlando con i giornalisti di Repubblica. "Da loro riceviamo solo attacchi", si lamenta.

Ma in realtà, polemiche a parte, il movimento delle sardine e quello di Beppe Grillo hanno più di un punto in comune. A partire dal vizio di "reprimere" il dissenso interno. Solo che invece della piattaforma Rousseau le sarde hanno i gruppi WhatsApp. Nei fatti però cambia poco. Lo dimostra l’espulsione dal gruppo di Vincenzo Petrone, la sardina lucana che mercoledì sera aveva contestato davanti alle telecamere proprio Mattia Santori.

"Con dieci voti su 78 iscritti al gruppo, sono stato espulso dalle sardine lucane", ha denunciato lo stesso attivista 52enne, regista e scrittore con un passato da militante nelle fila di Rifondazione Comunista prima e nel Movimento 5 Stelle poi. "Mi hai fatto espellere con dieci miseri voti - scrive Petrone su Facebook rivolgendosi a Mattia Santori - neanche Casaleggio è arrivato a tanto". "Il dissenso - aggiunge - si combatte con la parola, non con la censura".

Ma per capire le ragioni dell’epurazione del pesciolino dissidente bisogna tornare alla sera del dodici febbraio. Siamo davanti al dipartimento per gli Affari Regionali dove Santori assieme ad una delegazione di sardine arrivate da Calabria, Puglia, Campania e Sicilia è stata appena ricevuta dal ministro Francesco Boccia e dal collega Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud.

È la rappresentante delle sardine calabresi, Jasmine Cristallo, a prendere la parola davanti ai giornalisti nella conferenza stampa improvvisata in strada. "Qui c’è una folta rappresentanza di Sud", esordisce. Ma qualcuno non è d’accordo. È Vincenzo Petrone che la contraddice subito. "Non è vero, la Basilicata non c’è", attacca, denunciando come i rappresentanti del movimento nella regione non fossero stati avvertiti in tempo utile per partecipare alla riunione.

Segue una scenetta a favore di telecamera, con Petrone che tira fuori una treccia d’aglio e la consegna a Santori e compagni. "Così vi ricordate della Basilicata, dello spopolamento del territorio, dei pozzi di petrolio, dove la Total ha firmato un accordo con la Regione un accordo di 14 milioni di euro, un’elemosina", denuncia l’attivista lucano. E poi accusa: "Chi vi ha delegato a venire dal ministro?", accusa Petrone. La delegazione di pesciolini, lì per lì, finisce per ignorarlo.

Ma la vendetta arriva puntuale qualche giorno più tardi. Petrone è fuori dal gruppo. Lo ha deciso "la rete", in pieno stile pentastellato. Ed è già il secondo screzio all’interno del movimento nato per contrastare la Lega di Matteo Salvini. Dopo lo scatto con l’imprenditore Luciano Benetton e Oliviero Toscani, il gruppo romano si era spaccato, con l’addio dell’ex portavoce Stephen Ogongo.

Intanto, domani, le sardine manifesteranno a piazza Santi Apostoli a Roma, in concomitanza con il raduno leghista in programma all’Eur.

Avevano detto che non avrebbero più "inseguito" il leader del Carroccio, ma l’ossessione per Salvini sembra sovrastare i buoni propositi, visto che un’altra manifestazione è in programma il prossimo 19 febbraio proprio a Squinzano, la cittadina in provincia di Lecce dove nella stessa data il leader del Carroccio ha organizzato un incontro con la cittadinanza. "Siamo stati chiamati dai cittadini che temono di essere usati Salvini per avviare la sua campagna elettorale in Puglia", hanno fatto sapere le sardine in una nota stampa.

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