Si è accanito sui familiari con circa 200 coltellate, uccidendo i genitori, il fratello più grande e ferendo gravemente la sorella. La mattanza è avvenuta martedì sera cerso le 21 in Germania, a Hohentengen, nell'alto Reno, ma le vittime sono originarie di Silius e Ballao, due comuni contigui nel sud della Sardegna. Erano emigrati in cerca di fortuna, ma tornavano spesso nel Cagliaritano a trovare i parenti.
Dopo la strage il killer 19enne, con doppia cittadinanza italo-tedesca, si è fatto ammanettare senza opporre resistenza dalla polizia, che è stata chiamata dai vicini. È accusato di triplice omicidio volontario e di tentato omicidio della sorella. Il padre e la madre, Erminio Congiu e Annalisa Prasciolu, di 58 e 61 anni, sono morti sul colpo mentre il fratello Giuseppe, di 34 anni, è deceduto in ospedale nonostante tentativi di rianimazione.
Il ragazzo si è accanito inizialmente sul genitore, ferendolo a morte con un coltello. Poi sulla mamma, intervenuta nel tentativo di calmarlo, presa a bastonate e finita con lo stesso coltello da cucina. Il terzo a morire è stato il fratello. Aggredita anche la ragazza, che ha riportato varie ferite ma è sopravvissuta: soccorsa con un elicottero e trasportata nel vicino ospedale non è in pericolo di vita. Secondo i quotidiani tedeschi nell'abitazione c'era molto sangue ed erano visibili tracce anche dall'esterno, sulla porta d'ingresso. Ancora non sono chiari i motivi della strage. Il portavoce della Procura di Waldshut-Tiengen, competente per le indagini, non ha voluto sbilanciarsi in ipotesi e nemmeno confermare quanto sostenuto ad alcuni conoscenti delle vittime su numerosi litigi avvenuti tra il 19enne e i genitori per questioni legate alla droga. I giornali locali, però, raccontano che il giorno prima del massacro la polizia era intervenuta nell'appartamento per sedare una violenta discussione. Il ragazzo ha confessato i delitti ed è stato posto in custodia cautelare.
I Congiu erano una famiglia tranquilla e riservata di lavoratori, ma negli ultimi tempi sembra che il figlio piccolo fosse fonte di preoccupazioni e i vicini sentivano spesso urlare in casa. Il padre si era trasferito in Germania in cerca di lavoro nei primi anni Ottanta. Aveva lavorato come saldatore in un'impresa edile e poi in una fabbrica di alluminio, poi era tornato in Italia, si era sposato e dopo qualche anno era tornato nel Baden-Wurtenberg con la famiglia.
La coppia aveva cinque figli, tre maschi e due femmine.La tragedia ha sconvolto le comunità di Ballao e Silius, dove risiedono molti parenti delle vittime. La coppia, come tanti altri sardi, era emigrata quarant'anni fa ma tornava ogni estate in paese.
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