Dopo che il Tribunale di Napoli ha assolto i boss Francesco Bidognetti e Antonio Iovine dall'accusa di avere minacciato Roberto Saviano ( nella foto ) condannando un avvocato, in tanti si sono chiesti se è vero che per anni l'autore di Gomorra fosse nel mirino dei clan più sanguinari della camorra. «Ma in assenza di minacce a che serve la scorta?», si è chiesta su Facebook anche la parlamentare Pd campana Giovanna Palma. La provocatoria domanda è durata poco, forse la Palma - che nega di averlo scritto - si è accorta della gaffe e l'ha cancellato. Sta di fatto che quelle cinque righe apparse sul suo profilo sono state subito rilanciate dalle «vedette» dei social.
La solita smargiassata di Alessandro Di Battista, deputato del Movimento 5 Stelle che anche ieri in aula ha dato prova della sua flemma: «In questo palazzo si fanno due cose. Si fanno gli ultras. Chi parteggia per Salvini, chi è contro Salvini, chi si occupa del lunotto rotto, ma è stato prima Salvini ad accelerare o prima quelli dei centri sociali a tirare le pietre. Oppure si fa un'altra cosa, gli ipocriti minuti di raccoglimento boldriniano per le vittime del dissesto idrogeologico. Queste sono le due cose che fa il Parlamento. Conta più il lunotto rotto o uno Stato corrotto che non interviene sul dissesto idrogeologico e in Liguria ci sono nomi e cognomi di assassini perché chi cementifica è un assassino e oggi ancora due persone sotto il fango disperse». Ogni giorno che piove in italia ci sono i morti e «noi ci occupiamo del lunotto rotto di Salvini. Le priorità quali sono? Chi si occupa delle priorità del paese, Salvini?». In un crescendo rossiniano il «Diba» conclude con un assolo: «La nostra solidarietà la diamo a quei cittadini che occupano il Comune di Carrara fino a che un sindaco non si toglie dai c...i». Richiamato all'ordine. Ma lui non ha capito.
«C'era un accordo con Roberto Maroni, sarei stato io il candidato alla costruzione di una leadership nel centrodestra con Matteo Salvini segretario».Lo sfogo di Flavio Tosi ( nella foto a sinistra ), sindaco di Verona rivela al settimanale Oggi il retroscena della lotta intestina nel Carroccio. «Più che altro mi preoccupa che Salvini ( a destra ) non veda il centrodestra come un fronte unico e privilegi una parte sull'altra. Così si lascia il centro a Renzi. E il centro è determinante per vincere», dice il sindaco di Verona, che per Salvini ha anche parole di affetto: «È un ragazzo spontaneo e sincero. Sincero vuol dire credibile. E la credibilità in politica è tutto. L'addio alla secessione? Il primo sono stato io...».
Il sindaco di Firenze, Dario Nardella ( nella foto ), si compiace del fatto che i lavori sull'Arno siano «finalmente» iniziati dopo 48 anni, dico 48 anni, dall'alluvione di Firenze. Scrive quel geniaccio di Nardella su Facebook : «Finalmente i lavori per mettere in sicurezza l'Arno sono partiti con gli interventi per realizzare quattro casse di espansione, ma anche con azioni dolorose come le demolizioni lungo gli argini del fiume. Difendere il territorio significa difendere il futuro dei nostri figli. Avanti così». È quell'avverbio «finalmente» che dimostra un acume fatto uomo.
In questi giorni la procura della Repubblica di Firenze ha pure aperto un'inchiesta per reato di abuso d'ufficio sulla pedonalizzazione di piazza del Duomo voluta «d'imperio» nel 2009 dall'allora sindaco Matteo Renzi. Quella fu l'unica cosa fatta da Renzi per Firenze. Ma guarda un po'...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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