Una buona notizia per chi crede a un'Europa in cui la solidarietà non coincida solo col perimetro delle banche. Da Bruxelles arriva il semaforo verde all'uso di denaro dell'Unione europea per la ricostruzione dei territori dell'Italia centrale colpiti dal terremoto. Due giorni fa il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker aveva annunciato che c'era questa concreta possibilità e che sarebbero stati stanziati a questo scopo 30 milioni di euro tratti dal Fondo di solidarietà, facendosi carico innanzitutto del restauro della basilica di San Benedetto a Norcia.
Ma questa promessa rischiava di restare nella categoria degli annunci di buona volontà, un beau geste volto a evitare nuove accuse di euroegoismo. Perché il regolamento dei Fondi di solidarietà prevede il cofinanziamento degli interventi da parte delle Regioni che, come sappiamo, non sono esattamente delle schegge nel fare la loro parte quando si tratta di gestire i fondi europei. Senza contare che l'iter sarebbe dovuto passare per infinite procedure a Bruxelles, allungando i tempi a dismisura.
«Grazie all'impegno e al lavoro di tutto il gruppo di Forza Italia e alla linea politica del PPE -annuncia Salvatore Cicu, eurodeputato azzurro relatore del Dossier per i Fondi di Solidarietà - è passato l'articolo 50 del Regolamento interno del Parlamento Europeo che prevede l'applicazione della procedura semplificata per le zone colpite da calamità naturali. Un risultato che premia l'impegno portato avanti in questi mesi in Commissione Regi, dovesi è giunti lo scorso novembre all'approvazione del Dossier da parte del Parlamento Europeo».
Il risultato si traduce in una modifica di regolamento che permette di finanziare con fondi europei il cento per cento delle opere di restauro, anche di ben culturali, senza il cofinanziamento nazionale. Stavolta le resistenze del «fronte nordico» sono state piegate.
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