C'è l'ipotesi di disastro colposo tra i reati per i quali indaga la procura. Il bilancio del cedimento della scala mobile alla fermata della Metro A Repubblica è di 24 feriti, due in codice rosso e uno in giallo. Ma la tesi che il crollo sia stato causato solo dal fatto che i tifosi russi stessero saltando, vacilla. «Stavamo cantando, questo sì, ma non facevamo niente di male», scrivono su Twitter, Facebook e Instagram i tifosi del Cska che pubblicano foto, video e racconti di testimoni che darebbero forza alla loro versione dei fatti. E cioè che la scala abbia ceduto per usura. Del resto la base che si accartoccia di colpo trasformando i gradini in lame affilate. E quel meccanismo di scorrimento, poi, che prende velocità all'improvviso. Tutto molto strano. Appunto la manutenzione. Anche quella fatta male.
Perchè, a quanto pare, la ditta che vinse l'ultimo appalto per la Metro A avrebbe lavorato poco e male. «Negli anni precedenti la manutenzione delle tre linee della metro romana era stata affidata a ditte note a livello internazionale - fa sapere il segretario della Uilm romana Ariel Hassan -. Dallo scorso anno tutto è andato in mano a una ditta napoletana che non ha neanche dipendenti su Roma. Questo ha comportato l'interruzione dei contratti a termine dei lavoratori di un'azienda e un accordo di mobilità per i dipendenti dell'altra». Manutenzione fallace, dunque. Ieri in tutte le fermate della metro le scale mobili erano transennate, chiuse in attesa di contrordine dal Campidoglio. Provvedimenti sull'onda emotiva che fanno solo scomodo e rendono il passaggio ancora più affollato. E rischioso. Per la cronaca la scala mobile di repubblica era stata revisionata a settembre, ma nelle ultime sei settimane aveva avutoo quattro guasti.
E poi c'è un particolare inquietante: la scala che ha ceduto aveva meno di 10 anni ed era quindi lontana dal fine-vita. Da anni si parla di lavori sulle scale mobili delle due linee della metro. Già nel 2015, come attesta un documento di cui Il Messaggero è in possesso, la municipalizzata chiese al Campidoglio di finanziare interventi di «manutenzione straordinaria degli impianti delle linee A e B della metropolitana». Una richiesta ripetuta l'anno successivo dall'ex direttore generale della società, Marco Rettighieri, dimessosi poco dopo l'insediamento della giunta Raggi anche perché la nuova amministrazione, denunciò il manager, aveva congelato il finanziamento dei cantieri. In un'altra relazione interna di Atac, redatta nel 2016, si parlava del «debito manutentivo che si è accumulato nel corso degli anni», con la richiesta al Comune di «intervenire con la massima urgenza, dando la priorità alle revisioni dei componenti e delle apparecchiature connessi alla sicurezza». Ma da allora poco è stato fatto. Perlopiù interventi strutturali sugli impianti più obsoleti, come a piazza di Spagna. Il tempo stringe ma i lavori di manutenzione straordinaria su tutte le scale mobili partiranno solo nel 2019.
Il programma di interventi è stato sbloccato dal presidente di Atac, Paolo Simioni, arrivato al timone un anno fa con la municipalizzata a un passo dalla bancarotta. Ora tocca recuperare il «gap manutentivo» denunciato 3 anni fa. In giunta sarà approvata una delibera con 18 milioni per ascensori e scale mobili. Speriamo non sia tardi.
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