Scambio ostaggi-detenuti. Israele apre, Hamas frena

"Non escludo nulla" dice la vicepresidente americana Kamala Harris a proposito delle conseguenze che potrebbero esserci se Israele lancerà la sua offensiva di terra a Gaza

Scambio ostaggi-detenuti. Israele apre, Hamas frena
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«Non escludo nulla» dice la vicepresidente americana Kamala Harris a proposito delle conseguenze che potrebbero esserci se Israele lancerà la sua offensiva di terra a Gaza. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ieri è partito alla volta di Washington per incontrare il segretario Usa alla Difesa Lloyd Austin e il segretario di Stato Antony Blinken, mentre in patria è in corso un braccio di ferro nel governo Netanyahu sul disegno di legge per la leva degli haredi, gli ultraortodossi esclusi dal servizio militare, che Gallant vorrebbe nell'esercito, un provvedimento contro il quale il ministro Benny Gantz minaccia di dimettersi. La visita è stata preceduta dall'intervista della numero due della Casa Bianca a Abc: «Siamo stati chiari in diverse conversazioni e in ogni modo sul fatto che qualsiasi grande operazione militare a Rafah sarebbe un errore enorme», ha spiegato Harris. «Ho studiato le mappe. Non c'è nessun posto dove quel milione e mezzo di palestinesi oggi a Rafah possano andare».

Tutti attendono la notizia di un accordo per una tregua e il rilascio degli ostaggi. Le trattative proseguono in Qatar. Secondo Channel 12, Israele avrebbe deciso di rilasciare 700-800 detenuti palestinesi, anche se fra gli ostacoli trapela il mancato accordo per il rilascio delle soldate israeliane. Hamas chiederebbe la liberazione di almeno 30/40 prigionieri palestinesi per ogni donna in divisa - secondo Al Jazeera - mentre Israele sarebbe disposto a concederne cinque. I negoziati continuano in un continuo tira e molla, nonostante la delegazione israeliana abbia accettato formalmente la proposta americana, formulata a Parigi. Hamas, che parla di clima teso, fa sapere che manca «la volontà» politica di Israele. E insiste sui punti che Gerusalemme ha considerato fin qui irricevibili, spiegando che «la risposta di Israele non includeva alcun riferimento al cessate il fuoco a Gaza o al ritiro delle forze».

E la guerra continua, con l'Unrwa che annuncia di aver saputo che Israele non accetterà più convogli umanitari dell'agenzia Onu.

L'esercito israeliano ha avviato una nuova offensiva a Khan Younis, nel sud della Striscia, dove due ospedali, Naser e Al Amal, sono sotto assedio con intensi bombardamenti e sparatorie nell'area, mentre prosegue l'operazione ad Al Shifa nella città di Gaza.

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