Scatta l'opposizione azzurra: "Responsabile e selettiva"

Riforme alla Camera: Forza Italia non si allinea più al governo, si dimette il relatore Sisto. Ma il partito vota compatto solo su alcuni emendamenti

Scatta l'opposizione azzurra: "Responsabile e selettiva"

Certo, il cambio di cavallo in corsa è operazione non facile e mai scontata. Ci prova dunque Forza Italia alla Camera sulle riforme renziane e, considerato che molte delle norme in votazione erano approvate in uguale formulazione al Senato, ne escono fuori bizzarrie parlamentari e figure non proprio geometriche. Però l'uscita dal Patto del Nazareno aveva qualche prezzo da pagare, e gli azzurri ci rimettono sotto forma di disorientamento e di molti sfottò degli ex alleati istituzionali. Da ultimo, persino con momenti di tensione interni al gruppo, e la caccia alle ondivaghe pattuglie di «neo-responsabili», oggetto di scouting renziano (qualcuno parla di «mercato delle vacche») che finiscono per votare all'unisono con la maggioranza.

Ma tant'è. Da ieri Forza Italia è entrata ufficialmente in pista con l'opposizione e i meccanismi andranno via via oliandosi; probabilmente già dalla riunione congiunta di deputati e senatori di oggi, alla presenza di Silvio Berlusconi. La giornata più difficile comincia invece con le dimissioni da relatore di Francesco Paolo Sisto, che traccia i confini di un quadro al momento assai impervio, anche dal punto di vista personale: se il patto del Nazareno non esiste più «Forza italia è libera di non essere scontenta», dice. L'opposizione degli azzurri però «non sarà cieca e becera», così come aveva chiesto il leader. «Non ci chiuderemo in un irragionevole isolamento... finora abbiamo talvolta votato anche quello che non ci convinceva; oggi che il patto è stato interrotto, e non da noi, queste rinunce non hanno più ragion d'essere e siamo liberi di riprendere la pienezza delle nostre idee tornando padroni del nostro vapore». Una scelta che «farà bene al partito e al nostro elettorato». Opposizione «responsabile e selettiva» che il capogruppo Brunetta renderà ancora più esplicita, annunciando anche che «faremo di tutto per rallentare il percorso verso il disastro, sarebbe pura irresponsabilità percorrere una direttrice autoritaria».

Neppure il tempo di organizzare la strategia, con l'opposizione interna al Pd e Sel rinfrancate dall'arrivo degli azzurri (qui si vede il peso dello sbilanciamento provocato dalla scelta del Cav), ed ecco che nelle votazioni il gruppo forzista va in affanno, con solo alcuni emendamenti leghisti e forzisti approvati e molti altri respinti assieme al Pd. Tanto da suscitare l'intemerata del solito Maurizio Bianconi, che parla di Nazareno «risorto dopo appena 12 ore» e di «opposizione farsa, ma forse siamo solo su Scherzi a parte ». Ira fatta propria dal fittiano Capezzone: «Se questa è l'opposizione dura, Renzi può purtroppo dormire sonni tranquilli... Con indicazioni di voto spesso omogenee a quelle del Pd e perfino un surreale auto-ostruzionismo praticato ai danni dei nostri emendamenti».

Ne trae coraggio, oltre che vantaggio, la ministra Boschi, convinta di potercela fare a chiudere la partita entro sabato. Il governo serra ranghi e tempi, più volte le richieste di rinvio o sospensione dei lavori vengono respinte, fino a provocare la protesta di Sel con lancio dei faldoni di emendamenti verso il banco della presidenza (uno, grazie alla mira di Adriano Zaccagnini, poi espulso, quasi sfiora un esponente del governo). «Andiamo avanti con determinazione anche senza Forza Italia, che però mi pare stia votando in aula in modo vario ed eterogeneo», aveva tagliato corto la Boschi. Concetti ribaditi dal sottosegretario Luca Lotti, che pur si diceva dispiaciuto per quel «dialogo interrotto, i cui risultati sono però negli atti depositati in Parlamento». Di recuperare il dialogo parlava ancora la Boschi, però «non può diventare strumento per impedire alla maggioranza di portare avanti il lavoro». Le votazioni continuano a singhiozzo in tarda serata. L'aria resta frizzante, il moto ondoso in costante aumento.

Alla fine della seduta, tra proteste dell'opposizione per i tempi ristretti, ostruzionismo e bagarre, si sono votati solo emendamenti. Gioisce la Santanché: «Finalmente si nuota liberi, dopo che per troppo tempo ci avevano messo un salvagente attorno. E si nuota in mare aperto». Acque infestate di squali e balena bianca, ça va sans dire.

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