La scelta di Elisa: da reginetta di bellezza a regina del moscato

Quinta a Miss Universo nel 2000, a 30 anni ha cambiato strada. "E a tavola niente più acqua"

La scelta di Elisa: da reginetta di bellezza a regina del moscato

Ha gli occhi verdi dove dentro traspare la fragranza del vino, la dolcezza, la raffinatezza. Brillante, fresca, frizzante. È lei la Miss del Vino. Si chiama Elisa Dilavanzo, di anni ne ha 43, e a 30 dopo un passato in tv decide di cambiare vita. Fisico perfetto, finalista a Miss Italia e a Miss Universo, rodigina di nascita, una carriera televisiva vissuta tra Milano e Roma, ora dalla sua tenuta sui colli vede la casa dove il padre viveva. E inerpicandosi su per i tornanti e i versanti di Baone, si trovano le sue vigne di una poetessa del vino

È lei insomma che si è inventata la via del Moscato Giallo. Dallo stesso tipo d'uva, nella sua tenuta che gestisce con Gianluca Bisol, uno dei prìncipi del Prosecco Superiore Docg, ne ricava cinque tipi diversi. E il segreto della bellezza di Elisa, così innata e naturale, è proprio ne suo vino. «Non riesco a bere acqua quando mangio» confida mentre ci fa accomodare nel giardino della sua cantina. Dove spicca l'eleganza, la cura nei dettagli. E assaggi, formaggi, pranzi a base di ostriche, musica classica, eventi, tutto innaffiato ovviamente dalla bottiglia giusta.

La storia di Elisa è davvero singolare. Tanto che l'opinion leader del vino più influente degli Usa, Laura Donadoni ( autrice di Come il Vino Ti Cambia La Vita, edito Cairo Editore), tra le sue storie ha anche la sua, quella della signora del Fior d'Arancio di Maeli. È questo il nome della sua cantina aperta nel 2016: «Ma già nel 2008 sono diventata sommelier, poi degustatore ufficiale e poi ancora ho vinto un concorso nazionale. Allora a quel punto mi sono detta che probabilmente avrei dovuto fare qualcosa che avesse a che fare con il vino. Ho mollato tutto, ho preso un anno sabbatico e ho iniziato a vendere bottiglie. Per i miei genitori era un po' strano. fino a un mese prima ero in tv...».

Elisa entra nel business anche se non viene da una famiglia di viticoltori. Ma le piace, si appassiona, forte, tenace, non molla la presa. Sei mesi dopo prende un appuntamento con il food&beverage manager di un hotel a Cinque Stelle di Abano Terme, che però quel giorno era malato: «Mi mandano dal direttore dell'albergo a cui parlo per 28 minuti di vini, Borgogna e Champagne. Gli dico che avevo una passione per i vitigni autoctoni e solo a quel punto lui mi dice: Scusa sono astemio, io non so niente di vini». Lei si sente sprofondare, eppure cambia qualcosa: «Ti vedo così entusiasta - continua il direttore -, vorrei parlarti delle vigne che ho rilevato con un socio. Perché anziché vendere non vieni a lavorare per me? C'è da rimboccarsi le maniche». E così lei fa.

I vigneti si trovano nel cuore dei Colli Euganei. Sono dieci ettari su a Luvigliano di Torreglia nel padovano. È la sua terra. Quella della sua famiglia. Vigne vecchie, alcune completamente coperte da vegetazione. Elisa comincia da lì. All'inizio pianta, pota, vendemmia, pulisce il terreno. Lavora diciotto ore al giorno: «Volevo preservare il Moscato Giallo ed esprimere tutta la sua anima e tutto il suo potenziale». Un vitigno complesso. Ma a un certo punto il suo ex direttore decide di vendere, «e io di comprare - racconta -. Però non avevo tutti i soldi: per fortuna conoscevo Gianluca Bisol che ora è anche mio socio e partner in questo progetto». Da qui il Moscato dei Colli Euganei prende tutte le sue forme: metodo Charmat, Classico, passito. E secco. «Da questa uva io parto per sviluppare tutte le cinque versioni diverse posibili. Faccio uno spumante dolce, un metodo Classico brut nature, un fermo secco, un ancestrale, un passito. Non sono un'enologa, ne ho tre che lavorano per me. Io decido lo stile e poi lo produciamo». Così prende forma la poesia immersa nella natura, tra calici di vino che si riflettono nel sole.

E ora Elisa, oltre alle vigne di moscati giallo, qui a Baone ha anche tre ettari e mezzo di uve rosse. Merlot. Cabernet Sauvignon. E Carménère. Oltre un vigneto con vecchie varietà autoctone dei Colli Euganei. Roba da vera Miss.

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