Gli scenari del dopo Pisapia: a destra derby Salvini-Gelmini, a sinistra regna la confusione

Il sindaco di Milano non si ricandida e a sinistra già si accapigliano: Sel vuole un secondo mandato di Pisapia, il Pd è dilaniato dai contrasti interni, mentre Di Pietro fa la corte a Grillo

Gli scenari del dopo Pisapia: a destra derby Salvini-Gelmini, a sinistra regna la confusione

Giuliano Pisapia non si ricandiderà a sindaco di Milano nel 2016: la notizia è stata ufficializzata solo ieri, ma dalle parti di Palazzo Marino circolava già da tempo.

Così la corsa alla successione si è aperta già da mesi, con le varie anime della sinistra già pronte a giocarsi le vesti del sindaco e a mettere il cappello su una coalizione quanto mai vasta (e variegata) di partiti, partitini, sigle e movimenti. Rispetto al 2011, quando venne eletta la giunta arancione guidata dal penalista milanese, è molto cresciuto il peso politico del Pd, che ora può vantare percentuali quasi raddoppiate rispetto a quattro anni fa.

Le divisioni interne alla sinistra

Espressione dei dem sarebbe ad esempio Emanuele Fiano, deputato e responsabile delle riforme per il partito. È considerato un moderato, come anche Umberto Ambrosoli, già avversario (perdente) di Roberto Maroni alle Regionali di due anni fa. Tuttavia sono in molti ad ipotizzare che per la corsa a Palazzo Marino siano i renziani a reclamare la propria parte, tanto più che l'attuale segretario cittadino è il fedelissimo Pietro Bussolati, giovane fondatore del circolo 02PD, vera e propria roccaforte di Renzi all'ombra della Madonnina.

A tentare l'assalto alla poltrona di Pisapia potrebbe essere spedito l'altrettanto renziano Ivan Scalfarotto, che potrebbe raccogliere l'eredità dell'attuale sindaco in tema di lotta senza quartiere per i diritti civili. Una soluzione di continuità sarebbe invece quella di Pierfrancesco Majorino, consigliere comunale per i dem da diversi anni ed ora assessore al Welfare. A uscire ridimensionata dalla rinuncia di Pisapia dovrebbe invece essere Sel, che con l'attuale sindaco perde un importante alfiere nel tentativo, mai semplice, di costruire un ponte tra i moderati piddì e le frange più estreme della sinistra: lo testimonia il parlamentare vendoliano Nicola Fratoianni, che chiede a Pisapia di "ripensarci" e di ricandidarsi come sindaco per altri quattro anni.

Il folle sogno di Di Pietro

Al di fuori del perimetro della sinistra c'è poi Antonio Di Pietro, da tempo smanioso di correre come candidato sindaco per il M5S. L'ex pm non bazzica più molto il capoluogo lombardo dagli anni successivi a Mani Pulite, ma sembra fiducioso.

A destra se la giocano Salvini e Gelmini

A destra, il nome che domina su tutti è quello del segretario leghista Matteo Salvini, che non ha mai nascosto il proprio desiderio di sedere sulla poltrona più alta di Palazzo Marino. Consigliere comunale per molti anni, Salvini vuole sfruttare l'impennata di popolarità degli ultimi mesi, arrivando a chiedere le dimissioni immediate di Pisapia e il voto anticipato a maggio (anche se, con Expo alle porte, si tratta di un'eventualità improbabile). Nei mesi scorsi si era vociferato anche di una possibile discesa in campo di Maurizio Lupi, ma le recenti vicende di cronaca potrebbero aver distolto l'attenzione dell'ex ministro dagli affari milanesi.

Per Forza Italia invece circolano i nomi dell'ex ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e del coordinatore cittadino del partito Giulio

Gallera. Resta ancora da capire, però, se all'interno dello schieramento di centrodestra si terranno le elezioni primarie e quanto ampia sarà la coalizione che tenterà di sottrarre la guida del comune alla sinistra.

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