La Corte internazionale di giustizia dell'Aia, il più importante tribunale delle Nazioni Unite, ha stabilito che l'occupazione dei Territori palestinesi da parte di Israele «viola il diritto internazionale». Gli insediamenti, dunque, sono illegali e la presenza dello Stato ebraico dovrebbe terminare «il più rapidamente possibile». Tel Aviv ha l'obbligo «di cessare immediatamente tutte le nuove attività di insediamento, di evacuare i coloni e di risarcire i danni arrecati», sostiene la Corte nel suo «parere consultivo». Lo ha reso noto il presidente del tribunale, Nawaf Salam, che ha aggiunto: «La frequente confisca di terreni a seguito della demolizione di proprietà palestinesi indica che queste misure non hanno carattere temporaneo e pertanto non possono essere considerate ammissibili ai sensi della Quarta convenzione di Ginevra».
La Corte ha affermato anche che la violenza dei coloni contro i palestinesi e «l'incapacità di Israele di prevenirla e punirla efficacemente» contribuiscono a creare un «ambiente coercitivo contro i palestinesi». Il tribunale rileva inoltre, che ci sono «ampie prove che Israele fornisce incentivi» alla sua popolazione per trasferirsi nei Territori palestinesi, dove la tensione resta altissima. Il gruppo per i diritti Yesh Din afferma che i coloni israeliani hanno dato fuoco ai campi appartenenti ai palestinesi nel villaggio di Burin, nel nord della Cisgiordania.
Il premier Benjamin Netanyahu ha subito reagito con toni di fuoco: «Il popolo ebraico non è occupante nella propria terra, né nella nostra eterna capitale Gerusalemme, né nella terra dei nostri antenati in Giudea e Samaria». «Nessuna falsa decisione dell'Aia - ha concluso - distorcerà questa verità storica». I ministri di estrema destra Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir hanno chiesto l'annessione di larghe parti della Cisgiordania in risposta. Mentre Benny Gantz ha fatto notare come quanto accaduto sia «un'ingerenza esterna controproducente per la sicurezza regionale e trascura il massacro del 7 ottobre e il terrorismo in Giudea e Samaria». Avigdor Liberman anche ha rincarato la dose: «Un altro spettacolo antisemita», ha commentato. «Una vittoria della giustizia», ha chiosato invece il presidente dell'Anp Abu Mazen.
Bisogna però precisare che il verdetto è un'opinione non vincolante. Ma potrebbe contare parecchio. In che modo? Con un aumento delle pressioni politiche su Israele.
Tel Aviv infatti in questa occasione aveva già criticato la risoluzione dell'Onu che chiedeva al tribunale di esprimersi: l'aveva descritta come una «chiara distorsione della storia e della realtà del conflitto israelo-palestinese».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.