Nicola Morra molto severo con il Movimento 5 Stelle: "Non ho votato per loro. Sono il presidente della commissione parlamentare Antimafia. E non potevo votare una lista con anche una semplice ambiguità. E per questo mi è stato impedito, di fatto, di votarla". In effetti il senatore pentastellato aveva già criticato la scelta di candidare Francesco Aiello, il cugino di primo grado del boss di 'ndrangheta Luigi Aiello. "Non darò alcun sostegno alla lista", aveva avvertito recentemente. Infatti così è stato: "Ho votato per nessuno". Le singole ambiguità non sarebbero state adeguatamente controllate a monte, ovvero dai "responsabili regionali per la formazione delle liste". E si è tirato fuori poiché in tutto ciò dice di non essere mai stato dentro: "Tutte le volte che mi è stato chiesto di fare dei controlli, io li ho fatti. Mettiamola così: stavolta nessuno mi ha chiesto di controllare. I controlli, in terre come la Calabria, comportano tempi lunghi...".
Il grillino ha poi sferrato un duro attacco alla decisione di presentarsi a prescindere: "Se ci si vuole presentare a tutti i costi e ci si fa trascinare dall’entusiasmo senza mettere in campo i classici filtri che ci contraddistinguevano dalle altre forze politiche, allora non ci si deve stupire se arrivano risultati del genere".
"Abbiamo smesso di studiare?"
Numeri davvero pietosi quelli arrivati dalle elezioni Regionali in Calabria e in Emilia-Romagna, che però non scoraggiano il presidente della commissione Antimafia: "Non siamo assolutamente morti. Però dobbiamo iniziare a imparare dai nostri errori e ricordarci qual era la nostra natura". Tradotto: bisogna necessariamente "tornare a praticare la condivisione delle scelte e delle responsabilità", poiché negli ultimi tempi "c’è stato un fortissimo accentramento che ha impedito la collegialità". Non solo: sarebbe opportuno tornare ad "approfondire le analisi e a sviscerare i problemi". Anche perché si nota una certa superficialità da parte dei 5Stelle: "Abbiamo difettato di capacità argomentativa. Succede spesso quando si finisce di studiare. Il nostro popolo non si è sentito coinvolto anche perché non è stato coinvolto nelle decisioni che abbiamo preso".
Nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, Morra ha parlato anche delle dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico: "Era stata l’attuale legge elettorale a obbligarci a indicare un capo politico. Solo che, una volta terminati gli obblighi di legge, avremmo dovuto tornare immediatamente alla nostra storica architettura plurale, alla nostra classica biodiversità". Nel mirino, infine, è finito proprio il ruolo di capo politico che svetta all'interno del Movimento: "Dipendesse da me, assolutamente mai più.
È il gruppo tutto che deve assumersi la sua responsabilità, accettando la sfida della 'scelta responsabile' senza demandarla ad alcun singolo. Serve una leadership collettiva, dobbiamo tornare al nostro antico entusiasmo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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