Lo schiaffo di Putin che replica a Biden "L'assassino è lui. Ora resti in salute"

La risposta del Cremlino dopo l'intervista tv del leader Usa: "Ma lavoreremo con loro nei campi che ci interessano". Nord Stream a rischio Washington: "Sanzioni a chi lavora al gasdotto"

Lo schiaffo di Putin che replica a Biden "L'assassino è lui. Ora resti in salute"

Il cammino verso una seconda guerra fredda sembra ormai inarrestabile. Dopo le accuse del presidente americano Joe Biden, che ha definito il leader del Cremlino «un assassino», ieri è arrivata la sarcastica risposta di Vladimir Putin. «Ricordo che da bambini, quando litigavamo in cortile, dicevamo chi lo dice sa di esserlo», ha sentenziato il leader russo, che ha richiamato il proprio ambasciatore da Washington. «Non è solo un detto o uno scherzo infantile ha spiegato -, il significato è molto profondo: vediamo sempre le nostre qualità in un'altra persona e pensiamo che sia uguale a noi».

La crisi diplomatica scatenata dalle parole di Biden rischia concretamente di destabilizzare i già precari equilibri fra le due potenze, anche se, a parole, sia Mosca sia Washington abbiano espresso la volontà di collaborare su alcuni interessi comuni, come il controllo degli armamenti e la lotta ai cambiamenti climatici. Ma la mossa di Biden non è solo dettata dall'arresto del dissidente Alexey Navalny. Non sono solo i diritti fondamentali a spingere Washington, che spesso fa finta di non vedere quello che accade in molte parti del mondo, ma è anche, e soprattutto, una questione geostrategica. Il problema ucraino è ancora aperto. La Crimea, annessa da Mosca proprio sette anni fa, è un tema sempre caldo, sul quale anche ieri i Paesi del G7 si sono pronunciati: «I tentativi della Russia non sono e non saranno mai riconosciuti». E poi c'è il gasdotto Nord Stream 2, progetto strategico sia per l'Europa, Germania in testa, sia per Mosca. Da tempo gli Usa stanno facendo pressioni su Berlino affinché abbandoni il progetto, e ieri Washington si è spinta a minacciare sanzioni contro chi vi partecipa. I tedeschi per ora non intendono rinunciare. «Per 50 anni, anche nei tempi della Guerra Fredda, la Germania ha comprato gas dall'Urss, e ora lo fa dalla Russia», aveva detto Armin Laschet, neo leader della Cdu. Ma se da una parte tirano la corda, dall'altra la mollano. Ieri, il ministro degli Esteri Heiko Maas ha infatti salutato con favore «il linguaggio molto chiaro» di Biden.

Putin, dal canto suo, non intende chiudere all'America, ma ha ammonito la Casa Bianca: «Lavoreremo con loro, ma nei campi che ci interessano ha detto e alle condizioni che riterremo vantaggiose per noi. Dovranno tenerne conto». Il leader del Cremlino ha infine augurato «buona salute» a Biden, un messaggio considerato da molti un'allusione ai dubbi sulla salute mentale del presidente americano. Ma se da un lato c'è chi alza i toni, come l'ex presidente russo Dmitri Medvedev, che ha citato Freud nel commentare l'attacco di Biden («Nella vita non c'è niente di più costoso della malattia e della stupidità»), dall'altro lato c'è chi getta acqua sul fuoco. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha infatti affermato che Mosca non vuole rompere con Washington: «Dovremmo aggravare ulteriormente le relazioni mentre alcuni fanno dichiarazioni intollerabili? Non sarebbe logico». Da Washington, però, non c'è nessuna marcia indietro. Un portavoce della Casa Bianca ha affermato che Biden non si è affatto pentito di quello che ha detto.

Nel frattempo, in Europa regna l'imbarazzo.

Bruxelles ha fatto sapere ieri che le accuse di Biden «non rappresentano per la Ue una chiamata a prendere parte», ma la portavoce della Commissione, Nabila Massrali, ha usato altri toni: «In quanto presidente, Putin ha la responsabilità delle azioni e delle politiche delle autorità russe» e «c'è una lunga lista di omicidi e tentati omicidi in Russia». L'Europa, come sempre, non ha una posizione univoca.

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