Se si è trattato di una provocazione indirizzata a Vincenzo De Luca, sicuramente non è riuscita. Almeno stando a guardare la platea riempita a macchia di leopardo dell'iniziativa di Elly Schlein a Napoli contro l'autonomia differenziata. «Una e indivisibile», è il titolo, riferito all'Italia, del convegno dei dem. Eppure il Pd è più diviso che mai. A partire proprio dalla Campania. Ed ecco spiegati i tanti posti vuoti di questo sabato sotto il solleone partenopeo. E così Schlein va nella «tana del lupo», a casa del governatore De Luca, ma lui non si presenta e ordina a tutti i consiglieri regionali del Pd di disertare l'appuntamento. Mentre Schlein urla alla presunta secessione leghista, si consuma la rottura con De Luca.
C'è un elefante nella stanza, a Napoli. E i motivi che stanno portando alla secessione tra il governatore e la segretaria sono sostanzialmente due. Innanzitutto la volontà di Schlein di stoppare il terzo mandato di De Luca in Regione Campania, dunque no alla sua candidatura alle prossime regionali. Solo che l'ex sindaco di Salerno ha già fatto sapere che correrà lo stesso, indipendentemente dalle decisioni del Nazareno. Poi c'è il commissariamento del partito campano, feudo deluchiano impenetrabile. Una delle prime mosse di Schlein è stata quella di spedire a Napoli il senatore Antonio Misiani per gestire il Pd regionale e l'ex segretaria della Cgil Susanna Camusso a governare i dem di Caserta. Due schiaffi a De Luca, che ha sempre risposto pan per focaccia, tra accuse, battute e prese di distanza. L'ultima? Il forfait del governatore all'iniziativa di Napoli, «finché non ci liberano dal commissariamento». Il convitato di pietra è Roberto Fico. L'ex presidente della Camera punta a una deroga alla regola grillina del terzo mandato, per potersi candidare a governatore a capo di un'alleanza tra M5s e Pd. Il pentastellato però è contrario al terzo giro per De Luca: «La questione riguarda il Pd, ma noi siamo contrari al terzo mandato per De Luca».
In questo contesto perdono di incisività le bordate di Schlein al governo. La segretaria usa l'autonomia come diversivo per dimenticare le faide interne. Schlein non risponde ai cronisti che le chiedono dell'assenza di De Luca. Quindi l'attacco alla maggioranza: «Il governo sta lavorando per aumentare i divari territoriali». E ancora, contro «un patto di potere con un orrido baratto e cioè il presidenzialismo per l'autonomia differenziata». Per la segretaria il progetto del centrodestra «ha voluto scavalcare il Parlamento e scavalcare i territori». Schlein a Napoli vaneggia di «secessionismo della prima Lega Nord» e di «un ricatto della Lega a Meloni».
Nel frattempo sembra fatta per l'approdo dell'ex assessore dem in Lazio Alessio D'Amato verso Azione di Carlo Calenda. Il candidato governatore del centrosinistra alle ultime regionali laziali si era dimesso dall'Assemblea Nazionale del Pd a giugno scorso, in polemica con la segretaria. Oggi è atteso l'annuncio del suo arrivo tra i calendiani. Schlein a un certo punto varia: «Il governo approvi il salario minimo». E ancora sulla giustizia: «Il governo è irresponsabile sul concorso esterno, che segnale state dando? Il 19 luglio risparmiateci le vostre parole vuote su Paolo Borsellino».
Quindi l'attualità: «Il conflitto di interessi è un problema, lo dimostrano le vicende che riguardano ministri di questo governo». Il prossimo appuntamento è per domani a Forlì, dove Schlein riunirà la segreteria nazionale. Basta che non si parli di De Luca.
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