Schlein tenta di accreditarsi col Nord, ma sta con i "no-sviluppo"

La segretaria dem vede a porte chiuse imprese e banche in un hotel milanese, tutti "nemici" dei suoi alleati Cinque stelle

Schlein tenta di accreditarsi col Nord, ma sta con i "no-sviluppo"
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Accreditarsi con il nord produttivo e l'impresa: ieri Elly Schlein era a Milano per dedicarsi al tentativo di colmare una lacuna fondamentale per chi aspira, nel prossimo futuro, a candidarsi alla premiership. E ha il tallone d'Achille di una coalizione non solo traballante ma assai spostata sulla sinistra movimentista, spesso su posizioni anti-sviluppo ostili a opere e infrastrutture. Per settimane i suoi, in testa il responsabile economico dem Antonio Misiani, hanno lavorato per costruire un parterre di riguardo, e un'agenda dem «nel solco del report Draghi». Quello su cui l'alleato Conte ha appena sputato veleno.

L'incontro, in un hotel milanese, si è svolto nel più stretto riserbo: niente nomi. «C'erano imprese, banche, finanza», si tiene sul vago Misiani. Anche se interpellando Confindustria, coop, grandi partecipate e banche, i più dicevano di non essere neppure al corrente dell'appuntamento. Misiani racconta che dai partecipanti è arrivata «preoccupazione» per la perdita di competitività, «forti richieste di minore polarizzazione politica e di impegno bipartisan sugli investimenti» e richiesta di «attenzione alla necessità di attrarre investitori stranieri» e di «innovazione».

Nel frattempo, dalla Liguria all'Emilia Romagna, il centrosinistra - o quel che ne resta - si agita e si divide proprio su opere e sviluppo. A Genova, Andrea Orlando - rimasto orfano del centro su diktat di Conte - è alle prese col rebus Gronda. Davanti a una platea 5S, che non ne vuol sentir parlare, due settimane fa diceva che «è la più grande trappola in cui possiamo cadere», che tanto non ci sono i soldi per farla e che va bene anche la «proposta alternativa» grillina di raddoppio dell'autostrada (e i soldi? chissà). Ieri, sfidato dal centrodestra che lo sfidava a dire sì o no senza restare «ostaggio di M5s», ha replicato che «tutte le opere finanziate si faranno: nessun problema sulla Gronda se si trovano i soldi». La renziana Silvia Fregolent intanto stuzzica verdi e grillini che inveiscono contro le trivelle: in Emilia (dove anche Iv è in coalizione) «state con De Pascale, che è il più acceso sostenitore» di nuove estrazioni di gas a Ravenna. Il leader dei Verdi Angelo Bonelli schiva la provocazione: «Nel programma per l'Emilia Romagna non c'è menzione delle trivelle, si parla di eolico off shore». Ma con il Pd e la sua segretaria si mostra furioso: «Sono veramente irritato per le loro reazioni sul Cda Rai: ho passato giorni a cercare di spiegare a Elly che era una totale sciocchezza stare fuori e rinunciare a un posto da cui controllare. E invece loro mi danno del traditore, e allora mi incazzo».

«Conte e gli altri

usano me per indebolire la Schlein», nota Renzi. Concorda per una volta Carlo Calenda: «Conte fa guerra a Schlein perché vuole Palazzo Chigi». «Ricostruire il centrosinistra è un lavoro difficile», ammette un'esausta Elly.

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