Carissimo Vittorio, sono Domenico, prossimo ai 44 anni di età e sono un docente precario. Compro il Giornale dagli anni delle superiori e da quando tu ne eri direttore per me rappresenti il giornalismo per eccellenza. Il mio «amore» per il Giornale continua anche ora che mi trovo dietro la cattedra con l'acquisto della copia quotidianamente. Vorrei un tuo parere su un tema attuale, quello sui tanti scioperi organizzati dai sindacati (dai quali non mi sento rappresentato), scioperi che sono solo un pretesto per attaccare il nostro governo che come hai ricordato tu tantissime volte sta facendo benissimo e che paralizzano il nostro Paese. Proprio oggi leggo su il Giornale che in dicembre sono previsti altri quindici scioperi, non ne possiamo più! Un abbraccio
Domenico Fiore
Caro Domenico, ti ringrazio per le parole gentili che mi dedichi e per la stima che nutri nei miei confronti. Mi rende lieto sapere che acquisti il Giornale dal periodo in cui frequentavi le scuole superiori. Sarebbe un’abitudine da riscoprire, sarebbe bene avvicinare i giovani alla lettura dei quotidiani, cosa che non si usa più. Voi docenti potreste magari aprire dibattiti in classe su un qualsiasi tema di attualità, invitando gli studenti a proporre una discussione su un articolo, di una qualunque testata, che abbia suscitato il loro interesse. Ritengo che questo genere di attività potrebbe divertire i ragazzi ma anche e soprattutto favorire in loro lo sviluppo di uno spirito critico con il quale approcciarsi al mondo nonché del desiderio di tenersi informati non attraverso i social network bensì scoprendo il quotidiano come fonte. Domenico, pensaci e fammi sapere eventualmente se la mia idea è stata gradita a te e ai tuoi discenti.
Per quanto riguarda gli scioperi, il carattere assolutamente ostruzionistico di quelli in corso nelle ultime settimane appare più che evidente. Ancora una volta si pensa poco ai lavoratori e tanto a interessi personalistici o di partito. Il tutto - è ovvio - a discapito dei cittadini, che soffrono disagi di vario tipo, ritardi, inefficienze, che rendono la vita di ogni giorno ancora più difficile.
Il diritto di sciopero è sacro, ma deve essere bilanciato con altri diritti costituzionali che non possono essere soppressi poiché Landini dichiara guerra a Salvini. Penso al diritto di movimento, quindi di adoperare i mezzi pubblici, al diritto al lavoro, compromesso perché i cittadini, per arrivare in ufficio o in fabbrica, si servono di tram, bus, treni sospesi durante la contestazione, penso al diritto alla salute, all’istruzione.
L’elenco è copioso. Viviamo in una comunità in cui inevitabilmente un disservizio ne determina altri, ecco la ragione per cui il diritto di scioperare deve essere esercitato entro precisi limiti e mai ledendo le libertà altrui o comunque ledendole temporaneamente e non in modo tanto esteso e ripetitivo.
Succederà che scenderemo noi in piazza per protestare contro Landini e contro questi scioperi continui. In questo caso, sarò il primo a guidare il corteo, proprio io che in corteo non ci sono mai stato. Lo giuro, lo farei.
Gli italiani hanno voglia di darsi da fare, di lavorare, di accompagnare i figli a scuola senza troppi intoppi, di tornare a casa, di fare la spesa, di non permanere imbottigliati nel traffico tutto il giorno, in una città congestionata, paralizzata, in fermento per l’ennesima serrata programmata da sindacati autoreferenziali che, come tu stesso testimoni, non rappresentano affatto i lavoratori ma solamente le istanze di chi li presiede. Quella di Landini è una guerra individualistica condotta contro un esecutivo che però è amato dalla stragrande maggioranza degli italiani, che si dicono soddisfatti dei provvedimenti del governo tanto quanto sono insoddisfatti delle iniziative di Landini.
Per quanto riguarda me, non ho mai scioperato.
La bramosia di rendermi utile e di sgobbare ha sempre prevalso in me e non mi sono mai fatto sedurre da sindacati e corporazioni, a cui ho guardato sempre con una certa diffidenza. Sai qual è il diritto che sta a monte del diritto di scioperare? Il diritto di lavorare, forse il più importante.Landini, ci faccia lavorare in santa pace e non rompa le scatole.
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