Il cancelliere tedesco Olaf Scholz fa prevalere la prudenza. Il presidente francese Emmanuel Macron rivendica invece l'ipotesi di invio di truppe francesi in Ucraina. Sui missili da crociera Taurus, richiesti da mesi alla Germania dall'Ucraina, in difficoltà nel resistere all'invasione russa, il leader tedesco oppone un netto rifiuto: le armi potrebbero essere utilizzate contro la Russia, con il rischio di ritorsioni contro la Germania. Inoltre, secondo il capo del governo federale, per l'utilizzo dei Taurus sarebbe necessario inviare in Ucraina personale militare tedesco e ciò equivarrebbe a rendere la Germania parte della guerra scatenata dal presidente russo, Vladimir Putin. Il sostegno di Berlino a Kiev continuerà, ma come dichiarato da Scholz al Bundestag il 13 marzo, è necessaria «prudenza, che non si può qualificare come debolezza: è un diritto dei cittadini».
La stessa cautela non si rileva invece nelle parole del capo di Stato francese. In un'intervista a France 2 e Tf1, il capo dell'Eliseo non ha escluso l'invio di truppe in Ucraina: «Non siamo sicuri di farlo. Al momento non ci troviamo in questa situazione, ma non escludiamo questa opzione». Macron spiega di assumersi la responsabilità delle sue parole: «Abbiamo messo troppi limiti al nostro vocabolario. Ma abbiamo un obiettivo: la Russia non può e non deve vincere».
Sull'invio di truppe tedesche, Scholz è stato invece categorico: «È un limite che, come cancelliere, non voglio superare. Ho il dovere di impedire che la Germania diventi parte della guerra». Un messaggio rivolto sia alla maggioranza sia a Unione cristiano-democratica (Cdu) e Unione cristiano-sociale (Csu), principali partiti di opposizione al Bundestag. I popolari premono per la fornitura dei Taurus all'Ucraina, anche per calcoli di politica interna. La maggioranza è, infatti, divisa sui missili: l'Spd di Scholz è contrario all'invio, Verdi e Liberaldemocratici (Fdp) sono favorevoli. Cdu e Csu intendono sfruttare i Taurus come ariete contro i fragili equilibri dell'esecutivo. Il 22 febbraio e ieri, i Popolari hanno presentato al Bundestag una mozione per chiedere al governo la fornitura immediata dei missili a Kiev, tentando di spaccare la coalizione tra Spd, Verdi e Fdp. L'operazione è fallita: prima con 480 voti contrari, 182 a favore e 5 astensioni, poi con 495 no, 190 sì e di nuovo 5 astenuti. Ma gli ucraini sono delusi e sempre più irritati dal «nein» del cancelliere sui Taurus.
Per rassicurarli, Scholz ha avuto un colloquio telefonico con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a cui ha ribadito che la Germania è «in maniera incrollabile» al fianco di Kiev e continuerà a sostenerla «per tutto il tempo necessario». Ma il cancelliere si presenterà a mani vuote sui missili da crociera all'incontro di oggi a Berlino con Macron e il primo ministro polacco, Donald Tusk. L'Ucraina sarà al centro dei colloqui e Scholz dovrà rendere conto del suo rifiuto sui Taurus, anche se la Germania è prima in Europa per aiuti militari a Kiev. Tuttavia, l'Ucraina ha un disperato bisogno di armi a lunga gittata, come i missili da crociera Scalp che riceve da Parigi. La situazione al fronte è critica e potrebbe prodursi «una svolta favorevole alla Russia», secondo l'Institute for the Study of War.
In questo scenario, per la prima volta nella storia, la Danimarca ha annunciato piani per estendere la leva militare obbligatoria alle
donne, allungare il servizio militare e alzare il bilancio per la difesa di quasi 6 miliardi di dollari in 5 anni. «Non riarmiamo perché vogliamo la guerra, ma perché vogliamo evitarla», ha detto la premier Mette Frederiksen.
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