Scissione in casa di Tsipras: gli ultrà lasciano sola Syriza

Nasce «Unità popolare» nel segno del no assoluto all'austerità Mercati ancora in profondo rosso

Scissione in casa di Tsipras: gli ultrà lasciano sola Syriza

Atene - Un governo balneare degno del peggior pentapartito italiano, che durerà in carica 28 giorni, guidato (a meno di sorprese) dal capo dei conservatori, al solo scopo di traghettare il Paese a nuove urne il 20 settembre. Il caos politico ellenico torna a inquietare i mercati, con le Borse molto scosse da questo ennesimo harakiri in terra di Grecia: Francoforte sprofonda, Londra e Milano a meno 2,83%, Parigi peggio sino a 3,19%, passando per il meno 2,49% di Atene. Proprio quando il nuovo memorandum firmato dall'ex premier Tsipras entra nel vivo con le riforme e i nuovi provvedimenti per ottenere i prestiti, ecco la spada di Damocle di altre urne (le seconde in otto mesi) a far tremare il vecchio continente e in special modo Berlino, ancora alle prese con il no del Fmi a prendere parte al piano di aiuti.

Ieri è stata un'altra giornata frenetica ad Atene, con le consultazioni tenute dal presidente della Repubblica, il conservatore Procopios Pavlopoulos, che una volta certificata l'assenza di una maggioranza stabile affida il mandato al segretario di Nea Dimokratia, Vanghelis Meimarakis. Un incarico senza speranza, forse anche per far scorrere le lancette dell'euro orologio e sperare, chissà, in qualche trappola sull'asse Berlino-Washington, come ad esempio i franchi tiratori della Cdu che hanno votato contro il diktat di Angela Merkel.

«Tsipras va ad elezioni per nascondere le falle del nuovo memorandum», tuona l'ex ministro dell'energia Panagiotis Lafazanis presentando il suo movimento di ultrasinistra anti euro, Laikì Enothita (Unità Popolare). Proprio gli scissionisti integralisti di Syriza, che fanno capo al cenacolo culturale di Iskra, il pensatoio di Lafazanis in contatto diretto con Mosca, sono stati i protagonisti delle dimissioni di Tsipras. Prima hanno votato contro nelle due sedute parlamentari sui prerequisiti del memorandum, poi hanno certificato la rottura programmatica nell'ex partito di governo. E ancora: «La nostra proposta alternativa prevede l'uscita dalla zona euro - attacca Lafazanis -. L'Unità Popolare vuole essere un grande fronte antimemorandum» prima di ricordare a Tsipras tutte le promesse fatte nel gennaio scorso che si è poi rimangiato, una volta firmato il memorandum: il salario minimo ormai cassato, la sanità gratis per i meno abbienti, l'accoglienza per i migranti (ben 2500 sui 7000 presenti a Kos sono stati imbarcati su un traghetto di linea e «spediti» al Pireo nel bel mezzo della stagione turistica), le tasse per gli oligarchi, le privatizzazioni divenute un regalo di Stato alla Germania (si veda alla voce aeroporti regionali).

In questo contesto spicca il silenzio dell'altra grande spina nel fianco di Tsipras, il suo ex guru economico Yanis Varoufakis che, dopo aver scelto l'ironia durante l'ultimo voto parlamentare («Se il premier vuole il mio scranno sono pronto a lasciarlo») è ora ad un bivio: o accettare l'invito di Lafazanis ad aderire al nuovo movimento oppure creare una fondazione di respiro internazionale ma con il piglio dei tedeschi anti euro di Alternative für Deutschland. In quest'ultimo caso della squadra farebbero parte economisti anti austerità di grido come James Galbright, figlio di quel Galbright che fu capo economista alla Casa Bianca con JFK presidente. Sceglie invece l'attacco frontale la Presidente della Camera, Zoì Kostantopoulou, che chiama Tsipras «inetto» perché non ha ritenuto di avvisarla delle sue dimissioni, come prassi avrebbe imposto.

Screzi di ex compagni rossi, dal momento che proprio la pasionaria figlia di uno dei fondatori dei Comunisti greci ha fatto di tutto per rallentare i lavori parlamentari per impedire il sì al memorandum.

«Ma come - ragiona ad alta voce un deputato passato da Syriza ad Unione Popolare - proprio ciò che avevamo detto di combattere, ovvero il memorandum, poi abbiamo propinato ai greci? Mi vergogno, la sinistra è finita e ora ci siamo noi».

twitter@FDepalo

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