Fuori dai giochi? Ai margini? Chi, noi? Non scherziamo. «Penso proprio che prenderemo un commissario pesante e, chissà, forse una vicepresidenza. E guardate che non ci regalano niente, siamo un Paese fondatore, la seconda manifattura d'Europa, la terza economia».
Impossibile fare a meno dell'Italia, spiega insomma il ministro degli Esteri e segretaro di Forza Italia Antonio Tajani (nella foto). «Non è una concessione, la Ue ha bisogno di noi, del nostro saper fare, della nostra forza e qualità». Tranquillo pare anche Raffaele Fitto, l'uomo, esponente di Fdi, sul quale Giorgia punta le sue fiches e che si presenta all'assemblea della Coldiretti con il miglior sorriso disponibile.
«Non vedo il rischio di un approccio diverso sul ruolo italiano nella Commissione rispetto al voto politico del Parlamento». Il no di FdI alla von der Leyen, sostiene, non ci farà perdere le super poltrone di Bruxelles. Dunque, la trattativa è aperta. Parlando pure lui alla Coldiretti, il ministro degli Esteri si dichiara «convinto» che la Meloni porterà a casa il risultato e si offre come ponte. «Forza Italia si è dimostrata centrale. Fa parte del Ppe e ha votato Ursula per dare, con due guerre in corso, un segnale di stabilità all'Unione».
Posizioni diverse ma, assicura, nessuna conseguenza interna, nessuno strappo nella maggioranza. «La presidente del Consiglio condurrà il giusto negoziato. Del resto il discorso della von der Leyen dimostra come diverse nostre richieste, dall'agricoltura al clima, dal sud all'immigrazione, siano già state accolte».
Di più. «La decisione di creare un responsabile per il Mediterraneo va nella direzione indicata da noi, per impedire una visione troppa nordica delle politiche europee».
Quando tocca a Fitto, il moderatore Bruno Vespa gli chiede se può chiamarlo commissario. Lui si tira fuori, «no, no, sono concentrato sui fondi», eppure secondo Tajani sarebbe il profilo perfetto. «Non è del mio partito però è il migliore candidato possibile perché conosce bene le dinamiche di Bruxelles. Mandare lì per cinque anni uno stagista sarebbe un errore politico enorme, non lo faremo». Stando alle voci, in ballo c'è la delega per il Bilancio e il Pnrr.
Un incarico importante. Fitto preferisce tenersi sulle generali anche se parla di quanto ci sarà da fare. «L'Italia è uno dei sei Stati che ha dato vita all'Europa, avrà sempre un rilievo importante». Quanto alla legislatura che si apre, «l'impatto, la possibilità di incidere sono determinati dalla capacità di formulare in modo competente le proposte», lavorando sul filo di un difficile equilibrio, e cioè «rafforzare l'Europa difendendo laddove necessario l'interesse nazionale».
Ogni dossier avrà la sua storia. Su alcuni punti la strada è tracciata. «Da quanto detto dalla von der Leyen, soprattutto sull'immigrazione, si coglie il senso del lavoro svolto dalla presidente del Consiglio».
E che ci sia «materia» di dialogo con Ursula lo sottolinea perfino il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare Lollobrigida, anche esponente di punta di Fratelli d'Italia.
«Vero, abbiamo riscontrato importanti aperture sul piano dell'agricoltura, vista non più come nemica dell'ambiente ma a favore, un cambio di passo dovuto all'azione dell'Italia che ha riportato l'argomento al centro. Ora però aspettiamo risultati concreti».
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