Una "bomba" sotto il governo: perché ora può crollare tutto. Scontro sul Mes

Il presidente del Consiglio sarebbe favorevole agli aiuti di Bruxelles. Il Mes permetterebbe di ristrutturare la sanità italiana, ma i pentastellati insorgono

Una "bomba" sotto il governo: perché ora può crollare tutto. Scontro sul Mes

Bufera sul Conte bis. È scontro nella maggioranza giallorossa. E le travi che tengono in piedi l’esecutivo scricchiolano. Luigi di Maio (ministro degli Esteri ed ex capo politico del Movimento 5 Stelle) contro Giuseppe Conte (presidente del Consiglio). È una sfida a due, la loro. Qualcosa che richiama da vicino tutte le divergenze interne al governo. Al centro del contendere ci sarebbe il Mes. L’Europa. Il Mes, ricordiamolo, è quello strumento nato a Bruxelles per finanziare le spese straordinarie in sanità per gli effetti del coronavirus. Un fondo che per l’Italia varrebbe fino a 36 miliardi in forma di prestiti (a condizioni molto migliori di quelle del mercato).

Il premier Conte lo ha ripetuto più volte nelle scorse settimane: "Non lo useremo mai", diceva. E altrettante volte sono circolate voci, indiscrezioni, retroscena sull’imminente attivazione del fondo salva-Stati. Oggi, torna sul tema il Sole 24 Ore. Secondo il quotidiano economico il governo starebbe seriamente pensando di dire sì allo strumento predisposto dall’Unione europea.

Conte avrebbe affidato al ministro della Salute, Roberto Speranza, il compito di preparare un piano con l’obiettivo di mettere in sicurezza il sistema sanitario nazionale. Un dossier che prevede circa 20 miliardi di investimenti, gran parte dei quali in arrivo proprio dal Mes. Il piano prevede il potenziamento della rete ospedaliera e di quella delle cure del territorio: 10 miliardi di spesa per ciascuna voce, quelle ipotizzate da Speranza. All’interno, anche le assunzioni di nuovo personale medico e le stabilizzazioni dei precari. L’obiettivo di Conte sarebbe sfruttare l’emergenza Covid-19 per mettere una volta per tutte in sicurezza la costosa (in termini di spesa) sanità italiana.

Il "niet" pentastellato, da sempre contrario al Mes, sembrava avere la meglio fino a qualche giorno fa. Ma ora le cose sarebbero cambiate. Contro l’ostruzionismo grillino si erano evidenziate le pressioni di un fronte sempre più compatto nella maggioranza dichiaratosi invece favorevole alla posizione europea. Gruppo composto da Pd, Iv e Leu. Uno dei motivi per cui Conte starebbe pensando al sì riguarda la stabilizzazione del personale. In tre mesi per arginare la pandemia sono stati assunti oltre 23mila tra medici e infermieri, oltre la metà con contratti precari. Un’iniezione straordinaria di risorse potrebbe servire per assumerli definitivamente e assumere, inoltre, nuovi camici bianchi visto che negli ultimi dieci anni il Ssn ha perso 46mila operatori.

I fondi Ue, spiega sempre il Sole 24 Ore, potrebbero poi finanziare in parte anche il fabbisogno sanitario che nel 2020 vale 118 miliardi. Se questa via fosse percorribile si libererebbero risorse per altri interventi in programma come quelli evocati per la riduzione delle tasse o le infrastrutture. Il piano a cui lavora Speranza è in linea con i primi passi fatti durante l’emergenza con la sanità che tra manovra 2020, decreti Marzo e Rilancio, ha portato a casa in cinque mesi 6,85 miliardi in più, a cui vanno aggiunti anche 2 miliardi per l’edilizia sanitaria e la stabilizzazione di 3.800 posti letti in terapia intensiva in più e 4.225 in sub intensiva (la metà trasformabili in terapia intensiva) per fronteggiare una temuta seconda ondata del Covid in autunno. Le risorse Ue sarebbero quindi ben accette per ristrutturare tutto il sistema.

Insomma, per concludere, Conte potrebbe giocarsi tutto dicendo sì al Mes. Mossa con la quale si esporrebbe agli attacchi del M5s.

Solo pochi giorni fa Di Maio aveva dichiarato di fidarsi di Conte sul dossier salva-Stati. Parole, quelle del ministro degli Esteri, che potrebbero essere presto sbugiardate dalla sterzata improvvisa del premier giallorosso.

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