Far digerire il "boccone amaro" del Mes al Movimento cinque stelle prendendo tempo e sperando che il Recovery Fund appaia meno fumoso. Questo il piano del premier Giuseppe Conte per tenere in piedi la maggioranza giallo-rossa che si è scornata al suo interno proprio sui rapporti con l'Europa e sul Fondo salva-stati. Nonostante i roboanti annunci del premier sul Recovery Fund, infatti, come nota peraltro anche il deputato Stefano Fassina sull'Huffington Post, il summit europeo dei giorni scorsi ha semplicemente quanto era già stati deciso in occassione dell'Eurogruppo del 9 aprile. I punti confermati sono, sottolinea, "il Sure, il fondo di prestiti per il reddito dei disoccupati, complessivamente fino a 100 miliardi, ma non oltre 10 miliardi all’anno per tutti i Paesi Ue: un grande bluff". A questo si aggiungono i 36 miliardi del Mes, anche se i grillini si ostinano a dire che il governo non ricorrerà mai al Fondo salva-stati. Niente eurobond - cavallo di battaglia di Conte - né forme di mutualizzazione del debito.
Come ha svelato IlSole24Ore del 25 aprile, la verità è che se non dovessero rendersi disponibili prima le risorse del Fondo per la ripresa, l'Italia potrebbe vedersi costretta a ricorrere al Salva-stati per cercare il sostegno alla raccolta di fondi sul mercato da avviare a velocità inedita per finanziare il fabbisogno indispensabile alla maxi manovra anti crisi in arrivo. Questo potrebbe causare non pochi problemi alla maggioranza giallo-rossa. Per questo motivo Conte, spiega La Verità, vuole far digerire al M5s il boccone amaro e "diluirlo" in un pacchetto europeo sostanzioso che possa essere rivendicato come una vittoria dell' Italia e dei Paesi del Sud contro il fronte del Nord. Ma serve prendere tempo, nella speranza che il Recovery fund assuma sembianze più nette. Una scommessa quasi impossibile.
Tant'è che i tempi rischiano di essere davvero lunghi e prima o poi il governo non potrà fare altro che accedere al Mes. Lo si capisce anche dalle parole espresse dai vertici della stessa Ue. Sulla road map e i tempi per arrivare all'accordo tra i 27 leader dell'Ue sul Recovery Fund, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, riporta l'Agi, invita a "usare il tempo che serve". Dopo aver strappato, nel vertice di giovedì scorso, un sostegno unanime per un piano di rilancio dell'economia post coronavirus e di un Fondo per la ripresa, Michel, in un'intervista al Corriere della Sera, spiega: "La Commissione ha detto che attorno al 6 maggio farà la proposta e in funzione della proposta potrò decidere quando convocare un Consiglio. Ma voglio prima avere il tempo di comprenderla bene tecnicamente e che ogni Stato abbia la stessa interpretazione e comprensione, poi si vedrà come progredire". Sulla possibilità che il Consiglio del 18 giugno sia quello decisivo, Michel spiega che è suo compito "definire l'agenda delle prossime settimane e mesi, in consultazione con gli Stati membri". Lo farò, prosegue Michel, "sulla base della proposta della Commissione e in base a come sarà accolta dagli Stati membri. E' importante la qualità, la forza e l'ampiezza dell'ambizione della decisione più che il momento. E se ci vorrà qualche settimana in più per prendere decisioni che saranno essenziali per i prossimi anni, allora prenderemo il tempo che sarà utile".
Insomma, c'è tempo, nessuna fretta sul Recovery Fund.
E allora che alternative avrà il governo italiano se non accedere alle linee di credito del Mes come peralto chiede una parte della maggioranza (Pd e Italia Viva), oltre a Forza Italia? Conte è in un vicolo cieco ma non sa come dirlo ai grillini.
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