Duro scontro durante il vertice di maggioranza sulla manovra sulla questione dei fondi all'editoria e in particolare quelli su Radio Radicale. Chi ha partecipato ha raccontato all'agenzia Agi di un M5S che avrebbe mantenuto una posizione netta e contraria ai fondi, contro Pd, Leu e Italia Viva di opinione opposta. Poi anche grazie alla mediazione del presidente del Consiglio Conte si è trovato un compromesso.
I 24 milioni attualmente stanziati andranno a gara. E il sottosegretario con delega all'Editoria, Andrea Martella, spiega che "Radio radicale proseguirà il servizio fino all'espletamento della gara", previsto per il mese di aprile 2020: "È confermato lo stanziamento di otto milioni annui", ha aggiunto.
"Gli italiani non potevano pagare altri 24 milioni di soldi delle loro tasse per finanziare Radio Radicale, che - ricordo - è una radio privata che si è presa già 250 milioni di fondi pubblici", ha quindi annunciato Luigi Di Maio, "Nel vertice sulla manovra che abbiamo appena concluso abbiamo ottenuto qualcosa che dovrebbe essere comune buon senso, ovvero che venga bandita una gara entro fine aprile dell'anno prossimo. Finalmente Radio Radicale conoscerà il libero mercato e le sue regole, come tutti i privati che non ricevono soldi pubblici.
Non ci sono più 24 milioni di mangiatoia pubblica a disposizione di un privato e a discapito di tutte quelle aziende che i risultati se li devono guadagnare con le loro forze e senza aiuti dello Stato. Sono battaglie per la normalità, in questo Paese in cui la normalità è ancora troppo spesso l'eccezione".
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