«Sono uomini e donne che meritano questo riconoscimento: fanno tanto, si muovono tanto. E il Reparto Mobile, diventato ormai un reparto di eccellenza, ha affrontato negli anni un grande percorso di crescita. In relazione alla riforma della Polizia di Stato l'approccio in piazza è ormai molto differente da quello dei tempi della Celere. Inoltre questi operatori di polizia non intervengono solo per problematiche di ordine pubblico o per tutelare e il diritto a manifestare. L'operatore del Reparto Mobile è ormai una figura con un approccio di grande interazione, di raccordo. Senza contare che, se ne parla poco, ma il Reparto Mobile è impiegato anche in iniziative di prossimità. E non parlo solo dei centri di prima accoglienza, come Lampedusa, ma anche nelle case famiglia. Dove vengono organizzati eventi in cui i nostri uomini e le nostre donne si improvvisano attori, clown. Sono ragazzi straordinari».
Claudio Mastromattei (nella foto), 59 anni, dopo aver anche comandato i Reparti Mobili di Cagliari, Padova e Roma, è ora direttore del Servizio Reparti Speciali della Polizia di Stato che ha sede al Tuscolano, a Roma. Oltre ai 15 Reparti Mobili presenti in tutta Italia, i Reparti Speciali ne annoverano altri, tutti di grandissima professionalità, con 28 Squadre Cinofile che contano 267 conduttori e 209 cani di varie razze, 8 Squadre a Cavallo con 223 cavalieri e 140 cavalli di varie razze, 20 squadre con 72 Tiratori Scelti, il personale del Nucleo Sommozzatori, gli Artificieri e infine i Reparti Volo che contano 63 aeroplani e 51 elicotteri. Ma torniamo a parlare con il dottor Mastromattei del Reparto Mobile e dell'importante riconoscimento di oggi. Negli ultimi tempi le piazze, prima per le manifestazioni No Vax e più recentemente per i cortei anarchici, soprattutto a Milano, sono tornate «calde». «A seconda delle dinamiche che si creano in piazza si decidono di conseguenza le strategie da adottare, poi tradotte in momenti decisionali complessi.
- spiega ancora direttore del Servizio Reparti Speciali della Polizia di Stato - Si tratta di interventi modulati rispetto a quelli più scomposti di un tempo e che appartengono all'immaginario collettivo. La nostra parola d'ordine? La vera forza si misura non da chi è sconfitto ma da chi è protetto».
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