Il presidente della Bce, Christine Lagarde, è come al solito stretta tra le opposte fazioni dell'Eurotower. E anche il Bollettino economico della Banca centrale pubblicato ieri sembra risentire di questa dicotomia di fondo. Da una parte, infatti, conferma l'intenzione di «innalzare i tassi di interesse di riferimento di 25 punti base in occasione della riunione di politica monetaria di luglio». Se le prospettive di inflazione resteranno elevate, «nella riunione di settembre sarà opportuno un incremento superiore».
Allo stesso tempo, si dovrà predisporre il famoso scudo anti-spread per evitare che l'aumento del saggio di interesse provochi una crisi dei debiti. I mercati sono vulnerabili (ieri le principali piazze europee hanno chiuso ancora in calo; ndr), hanno detto alcune fonti a Bloomberg, perché la «prima linea di difesa concordata non è stata attivata», ossia i reinvestimenti del programma Pepp con cui la Bce durante la pandemia ha comprato 1.700 miliardi di titoli di Stato che, a scadenza, dovrebbero essere dirottati verso i bond più fragili, come i Btp italiani (ieri lo spread con il Bund è salito a 208 punti).
Il problema, tuttavia, è rappresentato da un quadro macroeconomico sempre più fragile A causa della guerra e del possibile stop russo all'export di gas, la Bce ha rivisto al ribasso le aspettative di crescita del Pil dell'Eurozona al 2,8% nel 2022 dal 3,7% previsto a marzo. L'inflazione nell'area euro si attesterà quest'anno a un livello molto elevato, 6,8%, e nel 2023 resterà a quota 3,5% per scendere intorno al 2 solo l'anno dopo.
Tuttavia, sostiene l'Eurotower, «vi sono le condizioni perché l'espansione economica proceda, grazie alla riapertura dell'economia in atto, alla solidità del mercato del lavoro, al sostegno di bilancio e ai risparmi accumulati durante la pandemia». Un modo discreto per ribadire che l'Italia deve continuare a tenere sott'occhio i conti pubblici.
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