Seppur tra mille polemiche e difficoltà, questa mattina sindacati e ministero dell’Istruzione hanno firmato il protocollo di sicurezza per il rientro a scuola in tutta sicurezza di studenti e insegnanti.
Diverse le misure previste nel documento: dagli orari scaglionati per evitare gli assembramenti, all’igienizzazione e sanificazione di tutti i locali usati dagli studenti, passando per l’isolamento immediato dei casi sospetti con conseguente attivazione della procedura di emergenza con il Dipartimento di Asl competente e alla limitazione degli ingressi di persone estranee al contesto scolastico. Per altre regole, come quelle riguardanti l’uso della mascherina, bisognerà aspettare le decisioni del Comitato tecnico scientifico che si riunirà a fine mese.
"Un accordo importante che contiene le misure da adottare per garantire la tutela della salute di studentesse, studenti e personale, ma anche impegni che guardano al futuro e al miglioramento della scuola come il contrasto delle classi cosiddette ‘pollaio’, una battaglia che porto avanti da tempo e che rappresenta per me una priorità", è il messaggio pubblicato su Facebook dal ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Soddisfatti pure i sindacati, inizialmente preoccupati per le incognite sulle risorse messe in campo. Oltre alla misure per la tutela della salute, nel protocollo c’è anche una seconda parte dove ministero e sindacati si assumono impegni reciproci per garantire un miglioramento dell’attività scolastica.
Come riporta il Corriere della Sera, tra le novità vi è quella della creazione di un help desk per le istituzioni scolastiche al quale richiedere assistenza via web, e del numero verde 800903080. Tale numero, attivo dal 24 agosto dal lunedì al sabato dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00, avrà funzioni di front office, per raccogliere segnalazioni e fornire assistenza e supporto operativo, anche di carattere amministrativo.
Il protocollo siglato questa mattina attribuisce in maniera chiara compiti e ruoli. Al preside spetta il compito di comunicare le regole le previste per la gestione dell’emergenza sanitaria. Tra queste, ad esempio, vi è l’obbligo di rimanere a casa per chi ha una temperatura oltre i 37.5° o altri sintomi simil-influenzali e di chiamare il proprio medico di famiglia e l’autorità sanitaria. Non solo perché è vietato anche fare ingresso o di restare nei locali scolastici se sussistano le condizioni di pericolo (sintomi simil-influenzali, temperatura oltre 37.5°, provenienza da zone a rischio o contatto con persone positive al virus nei 14 giorni precedenti, etc.) stabilite dalle Autorità sanitarie competenti. Lo stesso preside dovrà garantire il rispetto delle condizioni di sicurezza, come il mantenimento del distanziamento fisico di almeno un metro e tutti i comportamenti corretti sul piano dell’igiene. Così come sarà sempre il dirigente scolastico a dover garantire la formazione e l’aggiornamento in materia di didattica digitale integrata e Covid. Ogni lavoratore dovrà, a sua volta, informare immediatamente il preside o un suo delegato se colpito da sintomi influenzali o della presenza di casi sospetti negli studenti dell’istituto.
Molto importante è anche la questione del rispetto del distanziamento nelle scuole e quella relativa agli assembramenti. Nel protocollo si chiarisce che ogni scuola dovrà disciplinare le modalità che regolano ingresso e uscita in modo da integrare il regolamento di istituto. Se il caso lo richiede è possibile effettuare ingressi ed uscite ad orari scaglionati, anche utilizzando accessi alternativi.
Altro punto fondamentale è la pulizia degli ambienti. La scuola deve assicurare la pulizia giornaliera e la igienizzazione periodica di tutti i luoghi frequentati da studenti e insegnanti predisponendo un cronoprogramma ben definito da documentare attraverso un registro regolarmente aggiornato. Nel piano di pulizia è obbligatorio includere gli ambienti di lavoro e le aule, le palestre, le aree comuni quelle ristoro e mensa, i servizi igienici e gli spogliatoi, le attrezzature e le postazioni di lavoro o laboratorio ad uso promiscuo, il materiale didattico e ludico e le superfici comuni ad alta frequenza di contatto. Inoltre, è obbligatorio che chiunque entri negli ambienti scolastici adotti le precauzioni igieniche del caso.
Il protocollo indica come si dovrà agire nell’eventualità si riscontri un caso sospetto. Una persona presente nella scuola che presenti febbre o sintomi di infezione respiratoria come la tosse dovrà essere messa in isolamento in base alle disposizioni dell’autorità sanitaria. Appena le condizioni lo consentono, si dovrà "provvedere al ritorno, quanto prima possibile, al proprio domicilio, per poi seguire il percorso già previsto dalla norma vigente per la gestione di qualsiasi caso sospetto".
Nel documento non ci sono, invece, linee guida per capire come gestire poi l’eventuale quarantena di una classe. "Per i casi confermati le azioni successive saranno definite dal Dipartimento di prevenzione territoriale competente, sia per le misure quarantenarie da adottare previste dalla norma, sia per la riammissione a scuola secondo l’iter procedurale altrettanto chiaramente normato", si legge nel protocollo. Inoltre si specifica che "la presenza di un caso confermato necessiterà l’attivazione da parte della scuola di un monitoraggio attento" ma sarà "l’autorità sanitaria competente" a "valutare tutte le misure ritenute idonee". Dubbi anche su chi dovrà gestire la pratica. "Sarebbe opportuno prevedere nell’ambito dei Dipartimenti di prevenzione territoriali- è scritto nel documento- un referente per l’ambito scolastico che possa raccordarsi con i dirigenti scolastici al fine di un efficace contact tracing e risposta immediata in caso di criticità".
Inoltre, al rientro in classe degli alunni dovrà essere presa in considerazione la possibile presenza di "soggetti fragili" , quelli cioèesposti a un rischio potenzialmente maggiore nei confronti dell’infezione da coronavirus. I casi più a rischio saranno valutati "in raccordo con il Dipartimento di prevenzione territoriale ed il pediatra/medico di famiglia, fermo restando l’obbligo per la famiglia stessa di rappresentare tale condizione alla scuola in forma scritta e documentata". Altra novità è quella relativa ad un supporto psicologico per studenti e personale, con sportelli di ascolto e canali di comunicazione scuola-famiglia. Per monitorare l’applicazione di tutte queste misure, in ogni istituzione scolastica il preside valuterà la costituzione di una commissione specifica, di cui sarà a capo.
I sindacati, invece, erano interessati anche ad altre tematiche. Ad esempio sostenevano la necessità che la rimodulazione dell’orario non si traduca in una diminuzione del diritto all’istruzione per gli alunni. Anche per questo, hanno sottolineato l’importanza di avviare, entro l’inizio del prossimo anno scolastico, la contrattazione nazionale per regolare il lavoro agile del personale amministrativo tecnico e ausiliario. Il ministero si è impegnato ad abolire i vincoli normativi che ostacolano e rallentano la sostituzione del personale docente e Ata assente. Ottenuta anche l’analisi del fenomeno relativo al "personale in condizioni di fragilità". Il patto riguarda pure l’incremento delle risorse per intervenire sul fenomeno del sovraffollamento delle classi.
Saranno, così, rivisti i parametri che hanno portato, in epoca Gelmini, al taglio del personale e alle cosiddette "classi pollaio". Viene infine garantita la continuità didattica: quindi no a docenti che cambiano continuamente, soprattutto per i disabili.
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