Il premier Draghi lo aveva detto al primo giorno del suo insediamento: «Priorità alla scuola». Poi, per cause di forza maggiore, sembrava essersene dimenticato. Ora che i dati sull'andamento dei contagi lo permettono, decide invece di mantenere la promessa fatta. Almeno per quanto consentito. Anzi, decide di sfruttare tutto il margine che il miglioramento della curva epidemiologica gli regala proprio per far tornare a scuola gli alunni. Per ora quelli delle materne, delle elementari e della prima media.
Le aule riapriranno dopo Pasqua, il 7 aprile, in tutta Italia, zone rosse comprese. Nelle zone arancioni e gialle in classe andranno gli studenti fino alla terza media, mentre quelli delle superiori sempre a turno (metà in Dad e metà a scuola), come era stato fatto da gennaio.
Parallelamente alla decisione di Draghi, il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di sospensione dell'ordinanza sulla chiusura delle scuole, dando il tempo al governo per rivedere il provvedimento entro il 2 aprile. Tuttavia,considerato il ritorno del Lazio in arancione, qui le lezioni in aula riprenderanno il 30 aprile.
Per il governo «la scuola in presenza un obiettivo primario», in passato «ci sono state scelte dei governatori sulla chiusure delle scuole che dovranno essere riconsiderate». Tuttavia gli studenti di seconda e terza media e quelli delle superiori dovranno tener duro ancora un po'. Aprire ulteriormente al momento non è possibile, «aumenterebbe le forme di contagio» perchè si andrebbe a gravare sul problema dei trasporti.
A differenza di quanto ipotizzato nei giorni scorsi, non ci sarà nessun tampone per i bambini che torneranno dietro ai banchi. Tuttavia il ministero della Salute sta studiando un piano per utilizzare, in futuro, i test salivari, meno invasivi e più facili da far accettare agli alunni.
«Noi avremmo gran piacere ad avere test salivari, perché soprattutto i bambini più piccoli invece di fare i tamponi possono fare questi che sono più agevoli e provocano meno disagio al bambino stesso - spiega Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute - Ma vogliamo essere sicuri sulle caratteristiche di questi test, ovvero che abbiano una elevata sensibilità e specificità.
Dopo, se sono rapidi tanto meglio, perché per la sanità pubblica permettono la ripetizione del test su numeri ampi di popolazione e quindi anche decisioni rapide, ma le caratteristiche del test devono essere buone e devono essere valutati e validati adeguatamente».
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