Se il calciomercato ruota attorno ai pupilli

Un club sceglie un allenatore e quell'allenatore non chiede più il giocatore giusto per quel ruolo o quel modulo. Vuole il calciatore che ha già lavorato con lui

Se il calciomercato ruota attorno ai pupilli

È il calciomercato dei pupilli. «Prendiamo quel giocatore che lo conosco». Cioè: un club sceglie un allenatore e quell'allenatore non chiede più il giocatore giusto per quel ruolo o quel modulo. Vuole il calciatore che ha già lavorato con lui. Maurizio Sarri ha appena firmato col Napoli e il Napoli, che da anni ormai compra o cerca di comprare giocatori di livello internazionale, adesso fa ruotare il suo mercato su Valdifiori e Mario Rui: due che giocavano a Empoli con Sarri, due che l'allenatore conosce bene. Il fenomeno non è nuovo: Rocco si portò Hamrin dal Padova al Milan. Panucci ha seguito Fabio Capello praticamente ovunque. La crisi ha accentuato la frequenza, però. A Torino con Giampiero Ventura si trasferì mezzo Bari che lo stesso Ventura aveva guidato l'anno prima. Mazzarri ha portato con sé Campagnaro in ogni squadra. Lo stesso ha fatto Rudi Garcia con Gervinho.

Oggi nel mercato del Milan si dice che potrebbero rientrare due o tre calciatori che sono stati alla Samp con Mihajlovic. Lo stesso accade a Madrid, dove Benitez vorrebbe portare un paio di giocatori del Napoli. Un po' è comprensibile: avendo poco tempo, l'allenatore cerca di ricostruire dinamiche che hanno funzionato altrove.

Ma nasconde un retrogusto amaro, per il tecnico che si porta i «suoi uomini» e per i calciatori stessi che finiscono per essere etichettati: funzionano solo con quell'allenatore. Le carriere si intrecciano e con loro si intrecciano i destini. Il rischio è che a un certo punto s'incartino.

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