A far alzare il polverone sono stati i sindacati dell'Outlet di Serravalle. Non volevano che si lavorasse il giorno di Pasqua. Così, dopo un lungo braccio di ferro, hanno indetto lo sciopero che però si è rivelato un vero flop. Ieri, infatti, hanno chiuso soltanto quattro negozi su 250. Più in generale, nel giorno della Resurrezione di Gesù Cristo, ha lavorato un italiano su cinque. Ogni domenica - e ieri non hanno fatto eccezione, nel Belpaese lavorano in 4,7 milioni di persone. L'argomento ha scaldato anche la politica, con il grillino Luigi di Maio e il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che si schierano contro la liberalizzazione degli orari di lavoro.
Per Di Maio "non è solo una questione economica". Ma "di serenità familiare e di felicità personale". "In questi giorni - spiega su Facebook il deputato del Movimento 5 Stelle - si discute degli orari di lavoro dei dipendenti dei centri commerciali, ed è giusto ricordare che anche i commercianti delle città italiane insieme ai loro dipendenti ormai sono costretti ad inseguire questo ritmo forsennato di lavoro, dettato dai megastore". E se la prende con l'eliminazione degli orari di chiusura degli esercizi commerciali voluta dall'ex premier Mario Monti: "Si sono messe in competizione piccole botteghe e grandi centri commerciali, ognuno può restare aperto quanto vuole, scatenando una concorrenza al ribasso che ha ottenuto come unico risultato lo sfaldamento del nucleo familiare del negoziante e dei dipendenti, lontani dalla famiglia 7 giorni su 7. L'effetto sugli incassi è stato praticamente nullo - continua - si sono spalmati gli stessi introiti su 7 giorni. Ma la qualità della loro vita è ulteriormente precipitata". Secondo l'esponente grillino, le liberalizzazioni sono un fallimento. "Dovevano essere il volano dell'economia, ci stanno rendendo addirittura più poveri - conclude - i livelli di povertà relativa aumentano tra coloro che lavorano (sembra un paradosso) e tra questi ci sono tanti dipendenti dei centri commerciali e degli esercizi commerciali".
Sulla stessa linea anche Rossi che ha difeso i sindacati che si sono opposti all'apertura dei centri commerciali nel giorno di Pasqua. Secondo il governatore della Toscana, la questione delle aperture festive è "uno dei simboli più evidenti della ripresa dello sfruttamento dei lavoratori", mentre la liberalizzazione dell'orario di lavoro "ha accresciuto precarietà e disintermediazione".
"Le nuove leve dello sfruttamento oggi si mascherano troppo spesso di messaggi ingannevoli e di narcisismo - conclude - le nuove opportunità di consumo appaiono occasioni allettanti per gli individui, ma in assenza di rappresentanza e di conflitti sono striscianti processi di sfruttamento reale dei lavoratori".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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