"Estrema destra", "ultra destra", "post-fascisti". La coalizione di centrodestra che ha vinto le elezioni italiane per i principali quotidiani internazionali si è trasformata in un pericoloso agglomerato di nostalgici del Ventennio. E pazienza se stiamo parlando di tre forze politiche che siedono legittimamente nel Parlamento italiano (ed europeo) e che hanno sostenuto fino a ieri il premier Mario Draghi. Sì, vale anche per Fratelli d'Italia anche dall'opposizione non ha fatto mancare il suo appoggio all'esecutivo su provvedimenti strategici come il sostegno all'Ucraina.
In uno dei tanti editoriali scritti all’indomani del 25 settembre spicca per fantasia quello del settimanale di centrosinistra tedesco Die Zeit, in cui addirittura Silvio Berlusconi, leader di un partito liberale ed europeista, viene accusato di aver "reso socialmente accettabili i successori di Mussolini", da Fini in poi. Una visione a dir poco semplicistica. Eppure, dalla Cnn alla Guardian si continua ad evocare il pericolo fascismo. Per l’emittente americana Giorgia Meloni sarà "il premier più a destra dai tempi di Mussolini". La Bbc la definisce una leader di "estrema destra". Anche per lo spagnolo El Pais "l’estrema destra ha vinto le elezioni in Italia". Il britannico Guardian insiste sulle "origini neo-fasciste" della leader di Fratelli d’Italia, il giornale finlandese Helsingin Sanomat parla della Meloni come di un erede del fascismo.
Per il New York Times, la leader di Fratelli d’Italia è una "nazionalista il cui partito ha radici nel fascismo dell'era Mussolini" e guida una "coalizione di ultra-destra". "Per la prima volta dalla marcia su Roma di Benito Mussolini, l'Italia avrà un governo dominato dall'estrema destra, in una coalizione che fa venire i brividi, con la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia di Silvio Berlusconi", sono le parole di un editorale pubblicato sul francese Libération. Anche il belga Le Soir associa la Meloni al Duce, con una vignetta in cui il busto di Mussolini pensa: "Tornerò. Biondo".
La solita narrazione della sinistra
Il refrain, insomma, è sempre lo stesso. E per qualcuno a fomentare questa narrazione è stata anche la retorica usata dalla sinistra in campagna elettorale, anche nei colloqui con la stampa straniera. All’inizio di settembre in un’intervista alla Bbc, Enrico Letta, rispondeva al giornalista che gli chiedeva se quella di spaventare gli italiani con la "prospettiva di un governo di estrema destra" fosse una tattica, che "no, questa è la realtà". E ancora il leader Dem sottolineava il "passato fascista" di Fratelli d’Italia e il fatto che fosse "un pericolo per l’Italia di oggi".
Recentemente è stata proprio la Meloni a ricordare le dichiarazioni di Gianfranco Fini che nel 2003, da leader di Alleanza Nazionale, pronunciò la storica frase sul "fascismo male assoluto" durante un viaggio in Israele. "Ero in An e non mi dissociai", ha ricordato la presidente di FdI in un’intervista a Rainews 24.
Ieri, a smentire l’esistenza di un "allarme fascismo" per il prossimo governo di centrodestra è stato uno al di sopra di ogni sospetto, come Matteo Renzi. In campagna elettorale non ha risparmiato bordate a quella che definisce una "rivale", ma la Meloni, mette in chiaro in una intervista alla Cnn, "non è un pericolo per la democrazia". "L’idea che ci sia un allarme fascismo in Italia – ha sottolineato - è assolutamente una fake news". "Nessun rischio fascismo" neppure per il senatore Pd, Pierferdinando Casini. "La storia è passata e non si ripete", ha detto nei giorni scorsi ai cronisti durante una conferenza stampa a Bologna.
Usa parole ancora più nette il filosofo Massimo Cacciari.
Anche lui non è noto per essere un intellettuale legato alla destra, ma in un’intervista al Giornale non esita a definire "ridicola" la storia del pericolo fascista nel 2022. "La gente – annota - attende risposte ai problemi drammatici che la attanagliano, cosa vuole che le importi di queste questioni astratte".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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