Se Israele divide gli anarcocapitalisti

Walter Block, uno dei più importanti filosofi libertari contemporanei, è stato "cancellato" dal Mises Institute

Se Israele divide gli anarcocapitalisti
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Walter Block, uno dei più importanti filosofi libertari contemporanei, è stato «cancellato» dal Mises Institute, il più noto think tank americano anarcocapitalista.

Ha ricevuto un'e-mail dai suoi vecchi amici in cui si spiegava che molti abbonati sembravano non gradire le sue posizioni a favore di Israele. Se c'è una cosa che gli anarcocapitalisti hanno sempre dimostrato è un approccio radicale alla libertà individuale. Il libertarismo è una versione coerente del liberalismo. Questo non vuol dire che su ogni tema ci sia una e una sola opinione valida. Il libertarismo non è un'ortodossia. Ciò che è richiesto è che si rispettino, piuttosto, i requisiti minimi del pensare razionalmente: la logica classica, i principi economici e una buona conoscenza storica. Con questi strumenti, come in qualsiasi contesto intellettuale, si possono aprire dibattiti. Block è stato per anni un esempio di intellettuale rigoroso. Titoli come Difendere l'indifendibile e Le ragioni della discriminazione, pubblicati in Italia da Liberilibri, sono capolavori. Ultimamente, però, Block è stato criticato per alcune opinioni espresse durante la pandemia (una sorta di agnosticismo nei confronti del lockdown) e, in questi mesi, per il suo sostegno, da docente ebreo, a Israele.

Proprio sul sito del Mises Institute Hans Herman Hoppe, un altro peso massimo del libertarismo, ha criticato puntualmente l'argomentazione di Block sulla crisi in Medio Oriente. E avrebbero potuto fermarsi lì.

Una lezione di dialogo, anche aspro, e libero, senza ripercussioni dirette sui due intellettuali. Ma se persino una delle più importanti organizzazioni libertarie rinuncia a questo, in un periodo in cui il diritto a esprimersi è costantemente sotto attacco, chi resterà a difendere, con la logica, la libertà?

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