Avete presente tutte le lagne sul linguaggio che deve essere inclusivo? Credete ci siano solo da noi? Nel mondo anglosassone no, hanno una lingua con plurali neutri, in Russia non so, ma tanto hanno Putin la cui inclusività al momento è quella di includere l'Ucraina invadendola, in Germania invece sono incasinati peggio di noi. Infatti un dipendente della Volkswagen ha intentato causa perché deve avere a che fare con i colleghi della Audi (che è del gruppo Volkswagen), siccome all'Audi usano nomi inclusivi e lui si sente escluso, escluso dall'inclusività. Lui insomma, per farvi capire, i colleghi vuole chiamarli colleghi, non colleghiesse.
In Italia il problema sarebbe stato che all'Audi anziché colleghi usavano collegh* (ma come lo pronunci un asterisco?), oppure colleghi con la schwa finale al posto della i (mi rifiuto di scriverla, comunque ci ha pensato la solita Murgia a spiegare come si pronuncia: «collegh», «car amic», parleremmo tutti napoletano). Figuratevi una questione del genere in tedesco, lingua complicatissima (dove il predicato di un discorso tra l'altro è alla fine di una frase, mi sono sempre chiesto come facciano a leggere i libri di Thomas Bernard, dove le frasi sono lunghe anche tre pagine). Per esempio lavoratore è Mitarbeiter, lavoratrice è Mitarbeiterin, ma per denominare più lavoratori si usa Mitarbeiter, il maschile, mentre se sono solo lavoratrici Mitarbeiternnen. Gli inclusivisti hanno pensato di mischiare le due parole usando Mitarbeiter_innen. Lo so cosa state pensando, un delirio.
Il bello è che il giudice ha dato ragione all'escluso dall'inclusività, che adesso ricorrerà in appello, dichiarando: «Mi rifiuto di escludere che ci saranno passi ulteriori». Non lo esclude, e mi sembra coerente, non include neppure la sentenza. Sarebbe bello se Netflix filmasse il processo e lo mandasse in streaming coi sottotitoli. Anche perché a me quando sento parlare in tedesco mi sembra sempre uno delle Ss (senza offesa per i tedeschi, noi italiani c'eravamo alleati con loro) e lo stesso quando sento un russo penso a un bolscevico, è lo strascico linguistico della Seconda Guerra Mondiale.
Volkswagen e Audi sono anche le auto blu dei parlamentari, e a proposito il Senato ha respinto un emendamento del movimento M5S sul
linguaggio inclusivo. Sono insorte Laura Boldrini e Monica Cirinnà (che immagino useranno un'Audi), ma mi sembra strano che le femministe non si siano ancora accorte della cosa più grave: anche loro sono membri del parlamento.
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