Mario Draghi è intervenuto alla chiusura solenne dell'anno accademico dell'Accademia nazionale dei Lincei. Il presidente del Consiglio ha parlato e fatto il punto sull'evoluzione epidemica del Paese, infondendo fiducia e ottimismo ma senza false illusioni. "A più di un anno dall'esplosione della crisi sanitaria, possiamo finalmente pensare al futuro con maggiore fiducia", ha detto Mario Draghi, sottolineando l'importanza assunta in quest'ultima fase dalla campagna vaccinale, che "procede spedita, in Italia e in Europa".
"Mantenere politica espansiva"
A distanza di un anno e mezzo dall'esplosione dell'epidemia di coronavirus, "abbiamo ripreso gran parte delle nostre interazioni sociali". Tuttavia, il premier invita tutti al realismo e alla cautela: "La pandemia non è finita. Anche quando lo sarà, se lo sarà, avremo a lungo a che fare con le sue conseguenze". Draghi ha sottolineato come, nei mesi precedenti, non si sarebbe potuto fare diversamente per contenere i contagi e che, pertanto, "non c'erano alternative alle restrizioni".
Ora, però, è tempo di tornare a correre per il Paese, infatti il premier ha ribadito che "un motivo per mantenere una politica di bilancio espansiva è aiutare la crescita". L'obiettivo non è quello di tornare a livelli pre-pandemia ma di alzare l'asticella, perché "l'economia italiana ha operato al di sotto del suo potenziale per gran parte degli ultimi dieci anni c'è dunque molto spazio per utilizzare politiche di bilancio espansive prima di creare pressioni inflazionistiche". Infatti, come ha spiegato Draghi snocciolando numeri, "nel 2020, il deficit italiano ha toccato il 9,5% del PIL, e quest'anno, secondo la Commissione, raggiungeremo l'11,7%".
"Migliorare i tassi di crescita"
Il presidente del Consiglio ha tracciato la linea del prossimo futuro per il Paese: "Questa ripresa non è sufficiente per riparare i danni causati dalla crisi sanitaria. Dobbiamo raggiungere tassi di crescita più elevati e sostenibili che non nel recente passato, per aiutare non solo chi non aveva un lavoro prima della pandemia, ma anche chi lo ha perso in questi mesi e chi potrebbe perderlo nei prossimi anni".
Mario Draghi ha ben chiaro il quadro economico del Paese e lancia un monito: "Il debito può rafforzarci, se ci permette di migliorare il benessere del nostro Paese, come è avvenuto durante la pandemia. Ci può rendere più fragili se, come troppo spesso è accaduto in passato, le risorse vengono sprecate". Il premier, quindi, ha proseguito: "Il debito può unirci, se ci aiuta a raggiungere il nostro obiettivo di prosperità sostenibile, nel nostro Paese e in Europa. Ma il debito ci può anche dividere, se solleva lo spettro dell'azzardo morale e dei trasferimenti di bilancio, come ha fatto dopo la crisi finanziaria".
"Pronti a intervenire ancora"
Mario Draghi ha sottolineato che "l'alta circolazione del virus e il rischio del collasso del sistema ospedaliero rendevano impensabile la ripartenza di consumi e investimenti. La politica sanitaria doveva avere la priorità". Il premier, quindi, ha proseguito: "Potevamo fare in modo che il maggior numero possibile di aziende superasse la fase di restrizioni e rimanesse sul mercato, sopportando così una recessione severa, ma temporanea".
Quindi, ha proseguito Draghi, "avremmo potuto non farlo, come alcuni sostenevano all'inizio della pandemia, non avendone ancora compreso la gravità. In quel caso, l'improvvisa frenata di consumi e investimenti avrebbe causato un'ondata di fallimenti e una depressione profonda. Il costo della scelta di avere una recessione invece di una depressione è stato il debito".
La situazione è ancora instabile, troppe le incertezze davanti alle quali, però, l'Italia vuol farsi trovare pronta: "È molto probabile che, per diverse ragioni, questa fase di crescita del debito, pubblico e privato, non sia ancora terminata. Dobbiamo fronteggiare l'emergere di nuove e pericolose varianti del virus. Rimaniamo pronti a intervenire con convinzione nel caso ci fosse un aggravarsi della pandemia tale da provocare danni all'economia del Paese".
"Il Pil italiano crescerà"
Ma Mario Draghi infonde anche ottimismo: "Le previsioni attuali della Commissione indicano un aumento del Pil quest'anno in Italia e nell'UE del 4,2%. Credo che queste stime verranno riviste al rialzo, anche in maniera significativa". Come fa notare il premier, infatti "la fiducia di consumatori e imprenditori sta tornando". Da massimo esperto di economia, quindi, Mario Draghi ci tiene a ricordare che "la Bce ha indicato che intende mantenere condizioni finanziarie favorevoli. Con il recedere dell'incertezza, l'effetto espansivo della politica monetaria acquisirà ancora più forza".
Il piano delle riforme
Spazio anche per commentare le riforme attuate, da attuare e in programma: "Dobbiamo superare i molti impedimenti strutturali che ci impediscono di realizzare il nostro pieno potenziale e rilanciare la produttività. In Italia, la produttività totale dei fattori, una misura del livello di efficienza totale dell'economia, nel 2019 era addirittura più bassa che nel 2001". Quindi, ha proseguito Draghi, "abbiamo già approvato importanti semplificazioni amministrative, iniziato la riforma della pubblica amministrazione e delle assunzioni nel settore pubblico, riformato il ministero dell'Ambiente, attribuendogli nuovi e importanti poteri e trasformandolo nel ministero della Transizione Ecologica, costruito il ministero dell'Innovazione Tecnologica e della Transizione Digitale". I prossimi passi saranno "la riforma della giustizia civile, della concorrenza e degli appalti" perché, ha continuato Draghi, "intendiamo contribuire a ricreare un clima di fiducia tra Stato e imprenditori, perchè i privati scelgano di investire in Italia più di quanto abbiano fatto negli ultimi anni".
La responsabilità italiana per il Next Generation Eu
Dalle riforme al Recovery fund, Mario Draghi chiama l'Italia alla responsabilità, in quanto principale beneficiario del Next Generation Eu: "Ci sono cittadini europei che pagheranno le tasse per sovvenzionarlo.
Se sapremo utilizzare queste risorse in maniera produttiva e con onestà non aiuteremo soltanto l'economia italiana. Rafforzeremo anche la fiducia all'interno dell'Unione Europea, contribuendo in maniera decisiva al processo di integrazione, a cui noi teniamo moltissimo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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