Se il ricatto tedesco rinforza gli anti-Ue

Ma i britannici che hanno sconfitto Napoleone e hanno resistito a Hitler non possono temere un qualunque ministro della Merkel

Se il ricatto tedesco rinforza gli anti-Ue

Intervistato da Der Spiegel, il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schäuble ha rilasciato dichiarazioni che la dicono lunga sulla logica che anima i difensori dello status quo e i guardiani dell'Unione europea così com'è. Per Schäuble, infatti, in caso di Brexit (ossia di una maggioranza avversa a Bruxelles) i britannici devono scordarsi di poter restare nel mercato europeo.

A due settimane dal voto, il governo tedesco usa l'arma del ricatto: senza neppure capire come tutto questo possa soltanto spingere l'elettorato britannico a guardare con maggiore sospetto a questa costruzione burocratica, sprecona e invadente che non rispetta la legittima aspirazione degli inglesi a governarsi da sé.

Di fronte alla Brexit è comprensibile che più d'uno, in Europa, manifesti perplessità. Il timore è che l'eventuale vittoria dei «Leave» (di coloro che vogliono andarsene) si accompagni anche a misure protezionistiche: che chiudano i mercati, osteggino gli immigrati (tra cui vi sono centinaia di migliaia di italiani), alzino barriere. Le persone di buon senso capiscono che i britannici non vogliano essere governati da un commissario svedese o portoghese, ma al tempo stesso si augurano che si possano tenere aperti mercati: nell'interesse di tutti. Il Regno Unito potrebbe essere fuori politicamente (lontano da Bruxelles), ma dentro economicamente, restando parte integrante del mercato europeo, che è poi la parte senza dubbio preziosa dell'eredità comunitaria.

Con la sua arroganza Schäuble ha sposato la versione dei nazionalisti britannici e cioè di quanti auspicano pure che il Regno Unito, grazie alla Brexit, alzi barriere protezionistiche a danno dei propri stessi consumatori: collocando Londra non soltanto lontano dagli eurocrati, ma anche dai produttori e dai consumatori di altre economie.

In verità la mossa di Schäuble manifesta il terrore che domina le alte sfere della politica continentale. Il suo ricatto la dice lunga anche sulla Germania del dopo-'89 ed è comprensibile solo entro una logica da volontà di potenza del tutto inaccettabile. Ma i britannici che hanno sconfitto Napoleone e hanno resistito a Hitler non possono temere un qualunque ministro della Merkel. Ed è interessante come siano in molti, a Londra, a pensare che si possa rimanere entro l'economia europea alla maniera della Svizzera, e cioè perfettamente integrati con i sistemi produttivi circostanti, ma anche aperti agli Usa, all'Australia, al Canada, eccetera.

Secondo Matthew Elliott, responsabile della campagna condotta a favore della Brexit, «le economie dell'eurozona sono dipendenti dagli scambi con il Regno Unito. Siamo la quinta più ampia economia al mondo» e per questo «non c'è alcun dubbio che la Gran Bretagna avrà ancora accesso al mercato unico anche dopo il voto». Quale esso sia.

Elliott ha detto con chiarezza che gli

inglesi non saranno messi da parte: perché gli europei hanno un dannato bisogno di loro. E il prossimo 23 giugno oltre Manica gli elettori sceglieranno il loro destino senza curarsi della protervia dei politici del continente.

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