Dopo una breve pausa di riflessione il dollaro americano, complice l'incubo del Grexit, è tornato ad essere acquistato a piene mani dagli investitori di tutto il mondo. Ma cosa comporta il rafforzamento del biglietto verde nella nostra vita di tutti i giorni? Ovviamente ci sono sia implicazioni positive che ricadute negative. Scopriamole insieme.
Cominciamo da quelle negative. Per i turisti italiani che volessero trascorrere le vacanze negli States, il conto si fa più salato: basti pensare che da inizio 2015 il dollaro si è rafforzato del 10% rispetto all'euro mentre nell'ultimo anno la rivalutazione a favore del biglietto verde è stata del 24%.È vero che alcuni tour operator internazionali cercano di calmierare i prezzi a catalogo e, quindi, l'extra costo rispetto a 6- 12 mesi fa non è proporzionale, ma resta comunque il fatto che andare in America costa di più.
Per tutti i cittadini, in particolare per chi usa l'auto per lavoro, l'aumento del dollaro a parità di quotazione del petrolio, significa poi un prezzo della benzina maggiore. Siamo a luglio e l'estate rappresenta uno dei periodi di maggiore movimento delle famiglie e l'aumento del costo del pieno potrebbe avere una certa incidenza sul loro budget. Non solo. Il costo dell'energia si ripercuote in tutte le principali aree di attività (industria, commercio, agricoltura e terziario): è pertanto facilmente comprensibile che l'inflazione (l'ultimo dato Istat è stato pari a +0,1% su base annua) potrebbe risalire.
In particolare per quanto riguarda la bolletta dell'energia elettrica potrebbero esserci gradite sorprese nelle prossime bollette qualora il dollaro continuasse a rafforzarsi determinando un conseguente aumento delle tariffe energetiche, sia per uso domestico sia per le imprese.
Non dovrebbero invece subire variazioni i prezzi dell'alta tecnologia (i prodotti Apple, ma non solo) che tendono a seguire dinamiche commerciali legate solo in modo parziale al cambio euro-dollaro. Anche le quotazioni in euro dell'oro sono destinate a rimanere sugli attuali livelli. Il prezzo del metallo prezioso, espresso in dollari per oncia si adegua quasi immediatamente alla variazione del dollaro: se questo si apprezza la quotazione dell'oro scende e viceversa. Negli ultimi mesi, infatti, la domanda mondiale di oro è stabile e con essa pure la produzione delle miniere: il prezzo del metallo giallo è infatti oscillato intorno ai 34 euro al grammo e, se non ci saranno particolari tensioni in Borsa, su questi livelli dovrebbe restare anche nei prossimi mesi.
Sul versante positivo, un dollaro più forte significa che le nostri merci (prodotti industriali, alimentari, e servizi) sono ancora più competitive e possono conquistare nuove quote di mercato all'estero. In particolare, hanno il vantaggio di sfruttare la ripresa americana che, grazie anche al dollaro più forte, sostiene la domanda di beni importati. In parallelo, anche i turisti americani dispongono di maggiore potere d'acquisto e sono attratti dall'Europa e dalle bellezze del nostro Paese in misura ancora maggiore rispetto agli ultimi anni. In quest'ottica, l'Expo 2015 a Milano rappresenta una meta prioritaria.
Una recente indagine ha rivelato che nei primi mesi dell'anno il budget dei cittadini statunitensi è salito del 9% per gli acquisti in Italia con uno scontrino medio di 842 euro (+6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente): gli americani apprezzano Milano (28% della spesa totale) ma non disdegnano di visitare Verona (+50% rispetto al 2013) e Venezia (+43%).
Oltretutto, anche i recenti attentati in Tunisia e in Egitto e la complessa situazione in Grecia, tendono ad incrementare le prenotazioni nel nostro paese: nelle ultime settimane, infatti, si sono impennate le richieste per alberghi e hotel italiani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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