La nave della Ong tedesca Sea Watch 3, con a bordo 47 immigrati raccolti in mare lo scorso sabato, punta dritto verso la Sicilia, sperando nell'approdo. Ha sostato per giorni in acque maltesi, ma Malta non l'ha autorizzata allo sbarco e, adesso, si auspica che lo faccia l'Italia. «I porti sono e resteranno chiusi», dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini, sottolineando come «la linea non cambia né cambierà». Ma con l'arrivo del ciclone Medicane, che ha portato freddo, pioggia e mare molto mosso, la Ong si è già portata sul fronte orientale della Sicilia, in serata avrebbe preso la direzione di Messina, in attesa dell'autorizzazione a sbarcare. Ieri pomeriggio si trovava al limite delle acque territoriali italiane, a 12 miglia marine (20 chilometri) dalle coste siciliane, di fronte a Siracusa e Avola. «Sul nostro mare si sta abbattendo un ciclone mediterraneo, fenomeno meteo piuttosto raro con onde di 7 metri, pioggia e vento gelido. #SeaWatch sta navigando in questa tempesta cercando un riparo con a bordo 47 naufraghi soccorsi sabato scorso». Lo scrive Sea Watch su Twitter, motivando così gli spostamenti della nave nelle ultime ore.
Ma Salvini considera ogni mossa della Ong tedesca «l'ennesima provocazione» e ribadisce che l'Italia è pronta a prestare soccorso con viveri e medicinali, qualora si rendesse necessario, ma ribadisce il no all'approdo. Il vicepremier Luigi Di Maio, d'accordo con Salvini sulla disponibilità italiana ad aiutare chi ne avesse bisogno, ma direttamente sulla nave, ha invitato la Ong a guardare altrove, in particolare alla Francia. «Invito a puntare la prua verso Marsiglia - scrive su Facebook e a far sbarcare le persone sul suolo francese, anziché aspettare inutilmente nelle acque italiane per giorni». E per facilitare la Ong, posta una mappa della città francese. «Come stabilito a giugno 2018 nel consiglio europeo ha scritto - le responsabilità dell'Europa sull'immigrazione sono condivise. Sul Mediterraneo non si affacciano solo l'Italia, la Grecia o la Spagna. Ma anche la Francia. E deve fare la sua parte».
Non poteva mancare il bastian contrario del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha scritto al comandante della Sea Watch 3: «Come sempre, Palermo, con il suo collaudato sistema di accoglienza che coinvolge tanti soggetti pubblici e privati e una vasta rete sociale di solidarietà, è pronta ad accogliere questi naufraghi e gli uomini e le donne che li hanno salvati da morte certa». Orlando, sostenendo che le tragedie del mare siano «causate da politiche criminali e criminogene dell'Europa e dell'Italia» chiede «con urgenza che, nel rispetto della Costituzione italiana e del diritto internazionale, sia garantito al più presto un approdo sicuro». E Igor Gelarda, capogruppo della Lega in consiglio comunale a Palermo e responsabile siciliano enti locali del partito, avverte: «Al porto potrebbero arrivare carovane di palermitani abbandonati a loro stessi, con la speranza che il sindaco finalmente si accorga e decida di accogliere pure loro». Tra i porti della Sicilia orientale, tra i più battuti dagli sbarchi, c'è quello di Pozzallo.
Il sindaco, Roberto Ammatuna, raggiunto al telefono, si rimette alla decisione del ministro: «Se Salvini stabilisce che debbano venire qui, siamo pronti. Speriamo li facciano sbarcare, ma non spetta al sindaco decidere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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