I positivi devono essere messi nelle condizioni di votare il presidente della Repubblica: se malati da casa, come accade nelle normali elezioni Politiche, con lo spostamento del seggio; se asintomatici in presenza, istituendo corridoi sanitari ad hoc o possibilità di voto all'aperto «nel cortile, o addirittura anche in piazza davanti a Montecitorio». Il costituzionalista Alfonso Celotto, ordinario di Diritto costituzionale a Roma Tre, non ha dubbi: «Basta organizzarsi, e in una settimana c'è tutto il tempo».
Professor Celotto, ieri il presidente della Camera Fico ha detto che la questione è ancora aperta ma che i positivi non potranno votare...
«Bisogna garantire che non ci sia una perturbazione dell'equilibrio democratico del voto. Vero è che a rigore il numero legale è 505. Se le assenze però diventano rilevanti per numero e rappresentatività una perturbazione c'è. Se mancano dieci elettori non è un problema. Ma se ne mancano 50 o 100, o magari un intero gruppo - un partito, o per esempio tutti i delegati regionali - il problema c'è. Va trovata una soluzione».
Il voto a distanza sarebbe possibile?
«Da noi non esiste, per farlo servirebbe una delibera parlamentare che ne garantisca le modalità rispettando i quattro requisiti dell'articolo 48. Comunque è fattibile. C'è in vari Paesi. Il Parlamento europeo, dove è possibile, prevede che in caso di assenze bisogna garantire l'equilibrio della rappresentanza».
Quali problemi pone?
«C'è un problema giuridico, va garantita la personalità, bisogna trovare cioè un metodo sicuro che assicuri che le credenziali possano essere di una sola persona, e la segretezza, il voto non deve essere tracciabile. Per il voto per il Presidente della Repubblica c'è anche un problema di ritualità, se arrivassero 1000 mail sarebbe un problema».
Voto a distanza a parte, le altre possibilità?
«Prevedere lo scaglionamento, in modo da evitare contagi e assembramenti»
Questo già è stato deciso.
«Sì. E si potrebbe anche pensare a un voto in parte all'esterno, nel cortile o persino in piazza davanti a Montecitorio. Il problema dei positivi però va distinto».
In che modo?
«Per i malati si dovrebbe pensare alle modalità che si usano per le elezioni Politiche, con il seggio che si sposta a casa, capisco che votando ogni giorno e magari in regioni d'Italia diverse sia un po' complicato, ma non è impossibile».
E i positivi asintomatici?
«Loro dovrebbero poter votare in presenza con l'istituzione di corridoi sanitari».
Manca una settimana al voto. È sufficiente per preparare tutto?
«Se ci si organizza bene si, c'è tutto il tempo. Una soluzione va trovata»
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